Assolombarda presenta il libro bianco “Il Futuro dell’Energia”

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Milano –  “Questo Libro Bianco sull’Energia rappresenta il contributo che la comunità d’imprese di Assolombarda offre al dibattito e ai decisori pubblici su uno dei temi nazionali di maggior rilievo e impatto: la transizione verso un nuovo modello energetico, un nuovo paradigma industriale e tecnologico, dei consumi e degli stili di vita di ciascuno di noi, produttori e consumatori, mondo pubblico e privato – ha commentato Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda -. Abbiamo alle spalle la Strategia Energetica Nazionale e la proposta di Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, inviata all’Unione Europea dal Governo Conte 1 a inizio 2019, e su cui in questo anno a dire il vero non si è concentrata come si doveva l’attenzione politica e del dibattito pubblico. Un grave errore, visto che il PNIEC delinea in concreto obiettivi e strumenti molto impegnativi. In questo 2019 abbiamo visto dedicare un enorme attenzione, giustamente, al “fenomeno Greta”. Mai però un dibattito serio su come delineare nel concreto l’azione del pubblico in questo quadro, in termini sia di supporto sia di semplicità normativa e autorizzativa. Invece, siamo ancora in attesa della nomina dei 77 commissari alle maggiori opere infrastrutturali italiane bloccate che erano state promesse con il decreto salva-cantieri. E quanto ai 10 miliardi aggiuntivi di investimenti infrastrutturali pubblici annunciati dal Governo nella bozza di Legge di bilancio, la settimana scorsa l’ANCE esaminando le tabelle allegate al testo giunto in Parlamento ha trovato solo 4,2 miliardi di risorse finanziarie effettive tra 2020-21-22, di cui nel 2020 appena 420 milioni aggiuntivi. 420 milioni per l’intero comparto infrastrutturale, viario, portuale, aeroportuale, edilizia sanitaria e scolastica…. Una goccia nell’oceano. Se valgono come segnali anticipatori, sentiamo l’obbligo di dire che l’enfasi sulla green revolution rischia di divenire l’ennesimo tema di convegno a cui il decisore pubblico non fa seguire in alcun modo decisioni conseguenti a un cronoprogramma così impegnativo come quello che abbiamo inviato in Europa. E che ha impatti immensi non solo per le imprese della filiera energetica italiana ma sull’intera vita economica del Paese. Avevamo chiesto al Presidente Conte, prima del varo della Legge di bilancio, che in essa si affrontasse almeno un punto centrale dell’economia circolare. Cioè la necessità di prevedere misure per realizzare gli impianti di trattamento che permettono la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani e speciali, impianti che al nostro Paese continuano a mancare drasticamente rispetto alle medie europee. E la cui assenza costa ingenti cifre per esportarli a chi ha gli impianti per trattarli, e vasto spazio lasciato alle mafie e all’economia illegale. Nella Legge di bilancio non abbiamo trovato nulla di tutto questo. Abbiamo invece misure come la tassa sugli Imballaggi, che non ha nulla a che fare con l’economia circolare ma serve solo a colpire imprese e consumatori per accrescere il gettito. Come del resto avviene con la Sugar Tax, con la tassa sui lavoratori cui sono concesse auto aziendali, con l’accorpamento e Il probabile innalzamento delle aliquote di IMU-TASI. Una Legge di bilancio che ha totalmente deluso le aspettative delle imprese italiane, e di chi è convinto che stagnazione e ostilità a imprese e lavoro non siano una condanna priva di alternative”.