ArcelorMittal: confronto difficile, a rischio 5mila posti di lavoro

Roma – La partita di ArcelorMittal – dopo l’incontro di ieri a palazzo Chigi – potrebbe riaprirsi. Un nuovo incontro con il governo potrebbe tenersi all’inizio della prossima settimana. In quella sede l’esecutivo dovrà chiarire la sua posizione e dire se accoglie le richieste. La reintroduzione di una protezione legale, con una legge e con la garanzia politica che non venga di nuovo cancellata, è solo una delle condizioni. L’azienda infatti vorrebbe riscrivere il contratto siglato un anno fa in considerazione dei mutati scenari di mercato, abbassando i livelli produttivi a 4 milioni e di conseguenza i livelli occupazionali. Qui occorrerebbe un robusto intervento dello Stato con la cassa integrazione per evitare alcune migliaia di esuberi. Va superato il problema delle prescrizioni richieste dalla magistratura in tempi strettissimi, considerati dall’azienda impraticabili. Anche qui si ritiene essenziale intervenire con una norma, per l’estensione della facoltà d’uso per almeno 14-16 mesi. Il premier Conte non ha mostrato, dopo l’incontro, particolare disponibilità a rivedere il contratto, ma il governo valuterà in questi giorni se ci sono i margini per soddisfare le esigenze messe in evidenza da ArcelorMittal. Al vertice, durato circa tre ore, hanno preso parte il premier Giuseppe Conte, i ministri Stefano Patuanelli, Roberto Gualtieri, Giuseppe Provenzano, Roberto Speranza, Teresa Bellanova, il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, e il sottosegretario Mario Turco. Per ArcelorMittal erano presenti il patron Lakshmi Mittal e il figlio Adyta Mittal.