Sciopero Scala, a rischio il balletto di Bolle: sindacati divisi

Sciopero Scala, a rischio il balletto di Bolle: sindacati divisi

Milano – Sulle note della potentissima Eroica di Ludwig van Beethoven eseguita dall’orchestra diretta dal maestro Riccardo Chailly, si e’ aperta, tra gli applausi, la 38esima stagione della Filarmonica della Scala. Il concerto di ieri sera, come annunciato prima che la musica riempisse la sala, e’ stato dedicato alla memoria di Fabrizio Saccomanni, l’ex ad di Unicredit, scomparso ad agosto, che dal dicembre del 2018 era anche presidente della Filarmonica. L’Associazione “che ha guidato con grande passione e competenza” l’ha voluto ricordare anche nel programma di sala. Sul podio il direttore Riccardo Chailly, impeccabile, ha diretto le Sinfonie n. 2 e n. 3 Eroica, nuova tappa del ciclo sinfonico integrale dedicato a Ludwig van Beethoven (1770-1827) che accompagna il pubblico scaligero fino a giugno 2020 in occasione delle celebrazioni per il 250 esimo anniversario della nascita del compositore tedesco. Tornano anche in questa stagione le prove aperte con una finalita’ sociale: domenica c’e’ stata l’anteprima riservata alle persone seguite dai servizi sociali del Comune di Milano. Ma sulla stagione della Scala si proiettano le ombre dello stato di agitazione che già ha portato Cgil e Uil a proclamare l’agitazione sull’ultima replica di “Onegin”, il balletto con protagonista Roberto Bolle. Ma si registra la spaccatura dei sindacati, con Fistel Cisl che ha reso nota la sua contrarietà all’iniziativa, come riporta il quotidiano Il Giorno: «Non comprendiamo la necessità né le motivazioni che hanno indotto alla proclamazione di uno sciopero per il giorno 10 novembre su uno spettacolo di balletto». La questione sul tavolo è quella dei lavoratori serali, che per Cisl va «affrontata definitivamente nel nuovo contratto, anche destinando a essa le giuste e necessarie quantità economiche e non, come al solito, le briciole che avanzano dalla suddivisione delle risorse complessive. Stesso ragionamento vale per i settori con minore potere contrattuale (sartoria, impiega-ti e servizi vari, ecc.)». Ma pericoloso sarebbe fare queste rivendicazioni alla fine dell’attuale ciclo contrattuale e nel mezzo della transizione tra il sovrinendente uscente Alexander Pereira e Dominique Mayer: «Introdurre fattori di instabilità che potrebbero nuocere alla corretta transizione  in atto ai vertici della Fondazione – commenta la nota – potrebbe rivelarsi molto pericoloso per il futuro del teatro e di chi ci lavora». In tutto il mandato di Pereira non si era registrato alcuno sciopero.