Agricoltura lombarda: mercato stabile nel primo semestre 2019

Milano – Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Agricoltura, presentano i risultati dell’indagine congiunturale sulla situazione del settore agricolo lombardo nel primo semestre 2019. L’agricoltura lombarda evidenzia una situazione di stabilità rispetto alla seconda parte del 2018, grazie soprattutto al perdurare della fase positiva nel settore lattiero-caseario, cuore del sistema agroalimentare regionale. Latte e vino sono però gli unici comparti contraddistinti da una redditività positiva: le carni suine, nonostante il miglioramento delle quotazioni e il significativo progresso nei mesi più recenti, nel primo semestre vedono ancora una netta prevalenza di giudizi negativi, mentre le carni bovine interrompono la recente fase di ripresa; si confermano infine le difficoltà dei cereali, con l’eccezione del riso. Ripresa dei consumi e accelerazione dell’export rappresentano elementi che lasciano sperare in un’evoluzione positiva del settore agricolo lombardo, nonostante le incertezze legate all’inasprimento delle tariffe doganali. L’indagine congiunturale sull’agricoltura lombarda è promossa da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Agricoltura.  La metodologia di analisi è basata su interviste quali-quantitative ad un panel di aziende lombarde particolarmente rappresentative e a testimoni privilegiati del mondo agricolo organizzato e della filiera agroalimentare, in grado di fornire informazioni e indicazioni non solo sulle dinamiche congiunturali, ma anche sui trend di medio periodo. I primi sei mesi del 2019 confermano la situazione di luci ed ombre che ha caratterizzato l’agricoltura lombarda nella seconda metà del 2018. La maggior parte degli indicatori mostra un lieve peggioramento, ma la redditività aziendale rimane sostanzialmente stabile su valori che, sebbene inferiori al livello massimo raggiunto nel 2017, risultano ancora elevati se confrontati con il periodo 2013-2016. Il fatturato viene giudicato ancora in crescita, seppur in rallentamento, grazie alla tenuta dei prezzi dei prodotti zootecnici, in particolare per quel che riguarda il settore lattiero-caseario. Notizie positive giungono dalle esportazioni agroalimentari, che hanno ripreso a correre (+6,3% nel periodo gennaio-giugno) dopo la battuta d’arresto del 2018: anche in questo caso i prodotti lattiero-caseari forniscono un contributo fondamentale. Segnali di ripresa giungono dai consumi, con vendite finalmente in crescita dopo lunghi anni di stagnazione, sebbene i livelli pre-crisi rimangano ancora lontani. Considerando i principali settori, si sono evidenziate le seguenti dinamiche: prosegue la fase positiva per il settore lattiero-caseario, comparto fondamentale per una regione che produce ormai il 44% del latte italiano; quotazioni elevate del Grana Padano e vivacità della domanda internazionale sono i principali fattori alla base di questa situazione favorevole; in recupero la redditività del settore suinicolo, dove i prezzi hanno finalmente mostrato una ripresa dopo la lunga fase di contrazione iniziata nella seconda metà del 2017; in deciso peggioramento le valutazioni nel comparto delle carni bovine, dove sembra essersi interrotta la fase di ripresa dell’ultimo anno e mezzo. Calo delle quotazioni e aumento congiunturale del prezzo dei ristalli sono alla base della svolta negativa; i cereali confermano la situazione critica che dura ormai da alcuni anni, caratterizzata da quotazioni insufficienti a garantire un’adeguata redditività alle imprese; il comparto vitivinicolo, tradizionalmente caratterizzato da una redditività superiore alla media, conferma valutazioni prevalentemente positive, nonostante debba fronteggiare un calo delle quotazioni, soprattutto per i vini comuni, e una battuta d’arresto dell’export. Invariati, e praticamente nulli sia nel primo che nel secondo trimestre 2019, gli indici sintetici relativi all’andamento della redditività aziendale (rispettivamente +0,01 e -0,01), che confermano la dinamica non particolarmente soddisfacente che aveva caratterizzato tutto il 2018, anche se va ricordato che fino alla seconda metà del 2017 gli indici sintetici erano sempre pesantemente negativi. Vino e latte si confermano i settori più redditizi, con indici positivi e sostanzialmente stabili, mentre per le carni si registra il netto peggioramento di quelle bovine, che mostrano l’indicatore peggiore, e il miglioramento di quelle suine, nonostante rimangano in territorio negativo. Ancora negativi gli indici per i cereali, gli ortaggi e il florovivaismo. (imprese-lavoro.com)