Plastic tax: acqua minerale, costa più la tassa del prodotto

Plastic tax: acqua minerale, costa più la tassa del prodotto

Roma – Suscita molte perplessità la tassa sulla plastica prevista dalla manovra varata dal governo. A far sentire la voce degli industriali ci ha pensato Confindustria, che ha preso posizione contro la plastic tax poiché sarebbe “una sorta di doppia imposizione e come tale sarebbe ingiustificata sia sotto il profilo ambientale che economico e sociale”. La tassa infatti colpirebbe anche gli imballaggi contenenti materiale riciclato, penalizzando di fatto tutti gli sforzi intrapresi finora dalle imprese. Marco Ravazzolo, responsabile ambiente dell’area Politiche industriali di Confindustria, durante il Forum CompraVerde di Roma, ha dichiarato che: “Così com’è, è un aumento mascherato dell’IVA che si abbatte sui consumi e senza alcuna finalità ambientale. Le industrie produttrici di imballaggi di plastica e le industrie utilizzatrici pagano già il CAC, Contributo ambientale Conai: 450 milioni l’anno, dei quali 350 sono versati ai Comuni per garantire il servizio della raccolta differenziata. Sarebbe una doppia imposta per le imprese”. Il fatto è che non è previsto che i due miliardi di euro di gettito che lo Stato dovrebbe incassare dalla plastic tax vengano investiti per nessuna innovazione tecnologica, o miglioramento degli impianti di smaltimento e riciclo, o anche per scopi di ricerca. Anche Ettore Fontana, vicepresidente di Mineracqua, si schiera contro la tassa sulla plastica, e lo fa con numeri alla mano. In pratica, con l’imposta ipotizzata di 1 euro al kg,  su ogni tonnellata di plastica Pet, che costa 900 euro, ci sarebbe un aumento di oltre il 100%, perché la plastic tax ammonterebbe a 1.000 euro. Insomma, si pagherebbe più di tassa che il prodotto stesso.