2° trimestre 2019: cresce l’export lombardo (+1,2%)

Milano – Gli scambi commerciali con l’estero della Lombardia registrano una ripresa nel secondo trimestre 2019, dopo la battuta d’arresto di inizio anno. Il valore delle importazioni cresce dello 0,5% tendenziale e quello delle esportazioni dell’1,2%. La ripresa congiunturale più vigorosa dell’export rispetto all’import si traduce in una riduzione significativa del deficit commerciale, che torna sotto i 2 miliardi di Euro. “L’export lombardo si mostra resiliente di fronte ad un commercio internazionale sottotono. Il superamento degli effetti statistici sfavorevoli dello scorso trimestre, relativi ai flussi di articoli farmaceutici e l’attenuazione del rallentamento dei mezzi di trasporto, permettono all’export lombardo di rimanere ancorato ai livelli massimi raggiunti – commenta il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – ma le difficoltà della Germania e la diffusione del segno negativo tra i risultati delle singole provincie lombarde e prodotti esportati destano preoccupazione”. Il valore delle esportazioni originate dalla Lombardia nel secondo trimestre del 2019 torna sopra i 32,8 miliardi di Euro, crescendo sia nel confronto con lo scorso trimestre (+6,1%) sia con lo stesso trimestre dello scorso anno (+1,2%). Inquadrando le principali regioni manifatturiere del nord è l’Emilia Romagna a registrare il miglior risultato (+4,5% la variazione tendenziale) seguita dal Veneto (+2,1%) e dalla Lombardia (+1,2%). Resta ancora negativo, invece, il Piemonte (-1,4%) che risente maggiormente dei problemi del mercato automobilistico. I maggiori contributi positivi in questo secondo trimestre in grado di influire sul risultato complessivo provengono dagli articoli farmaceutici (+34,5%) e dai prodotti tessili, pelli e accessori (+4,5%); sono invece significativamente negativi i risultati di computer e apparecchi elettronici (-5,4%), mezzi di trasporto (-4,5%), prodotti alimentari (-3,4%) e metalli di base e prodotti in metallo (-2,4%). Nel secondo trimestre 2019 la ripresa delle esportazioni risulta più intensa verso i paesi extra UE (+2,0%) piuttosto che verso dell’Unione Europea (+0,6%). Tra i paesi Extra UE determinano il risultato positivo i flussi verso l’America settentrionale (+16,0%) e l’Oceania e gli altri territori (+23,3%). I flussi di merci verso il mercato comunitario risentono, in particolare, della contrazione registrata dalla Germania (-1,9% tendenziale) e dal Regno Unito (-3,3%) che potrebbe aver anticipato le importazioni lo scorso trimestre in previsione della Brexit. In crescita, invece, l’export verso la Francia (+3,2%), i Paesi Bassi (+12,2%) e l’Austria (+5,3%). Tra i paesi extra-UE, i contributi positivi più importanti provengono da Stati Uniti (+15,8%), Corea del Sud (+19,6%) e Canada (+18,0%), mentre i mercati che mostrano contrazioni rilevanti, sempre considerando i paesi esterni all’Unione Europea, sono ancora la Turchia (-18,2%), l’Oman (-59,6%), l’Iran (-43,4%) e la Cina (-4,1%). L’analisi territoriale di quest’ultimo trimestre mostra incrementi tendenziali solo per le provincie di Pavia (+18,6%), Milano (+6,3%), Sondrio (+6,1%) e Cremona (+4,7%). In contrazione si trovano le altre provincie con variazioni tendenziali negative significative ma, in alcuni casi, meno intense dello scorso trimestre: migliorano Varese (-2,9%), Lodi (-1,3%) e Monza e Brianza (-3,4%); peggiorano Como (-6,1%) e Lecco (-2,1%); passano da leggera crescita a rallentamento Brescia (-3,2%), Mantova (-2,8%) e Bergamo (-0,9%). Anche le importazioni regionali recuperano il segno positivo: il valore dei flussi di merci in arrivo dall’estero si attesta sui 34 miliardi, con una variazione del +0,5% tendenziale e del +1,6% rispetto al trimestre precedente. Su questo risultato influisce l’attenuarsi del calo della componente energetica che aveva caratterizzato lo scorso trimestre, con diminuzioni rilevanti sia per il petrolio greggio sia per quello raffinato. Considerando i volumi importati la variazione rimane negativa come lo scorso trimestre, ma con un valore molto vicino alla variazione nulla (-0,1%).