Il futuro dell’economia lattiero casearia passa da Cheese

Il futuro dell’economia lattiero casearia passa da Cheese

Torino – La dodicesima edizione di Cheese, la più importante manifestazione internazionale dedicata ai formaggi a latte crudo e ai latticini e dedicata al tema Naturale è possibile, organizzata da Città di Bra e Slow Food con il sostegno della Regione Piemonte, si è aperta questa mattina. Carlo Petrini, presidente di Slow Food, intervenendo sui temi dell’alimentazione ha detto: “In primis dobbiamo intervenire sulla PAC: la perenne sofferenza del sistema agricolo industrializzato in Europa testimonia il fallimento di una politica comunitaria che non ha saputo lavorare a beneficio di quel mosaico di produttori agricoli che compongono il tessuto rurale. Una PAC che tenga conto solo di modelli di valutazione legati alle superfici e alle capacità produttive ai fini delle erogazioni di sostegno è una PAC perdente. Sosteniamo con forza da tempo l’esigenza di un modello di Politica comunitaria che sappia guardare con obiettività al proprio sistema produttivo, che sappia sostenere l’agricoltura di piccola scala, le aziende che agiscono in difesa della biodiversità, i modelli di agricoltura sostenibile come l’agroecologia, che persegue obiettivi di equilibrio ecosistemico a tutela delle risorse naturali”. E dopo la PAC, Petrini mette sul tavolo due altri temi: “La biodiversità non è un lusso, ma è una condizione imprescindibile per il nostro benessere ed è una risposta concreta a emergenze ed esigenze quotidiane; è un antidoto alla caduta dei prezzi e alle storture del mercato globale. Quando il cibo perde valore e diventa merce, i produttori ne subiscono le conseguenze devastanti. La crisi dei pastori sardi ne è un esempio. Un latte di altissima qualità, da pecore che pascolano su territori incontaminati, non ha più valore. La qualità media dei formaggi si è massificata, si è perso il legame con i territori e si è favorito un eccesso di produzione che ora sta pesando gravemente sui bilanci delle cooperative. La biodiversità può indicare una direzione diversa, basata sulla valorizzazione delle specificità, sui territori, su filiere chiuse. È un argine ed è parte della soluzione alla crisi climatica e non ultimo è una risposta alle disuguaglianze, perché ci consente di impegnarci per promuovere filiere eque, garantire la giusta remunerazione di contadini e produttori locali, contrastare le gravi diseguaglianze sociali che caratterizzano i sistemi di produzione intensivi”. Il ministro Teresa Bellanova mette in evidenza che “Oggi abbiamo tutti una grande responsabilità: affrontare la crisi climatica. Tanto più chi si occupa di nutrire il pianeta, sapendo bene che dobbiamo mettere in atto un cambiamento radicale, come ci hanno ricordato recentemente la FAO e la Commissione per i cambiamenti climatici dell’ONU. Anche nella produzione di alimenti. La sostenibilità non può essere più un fattore tra gli altri, deve diventare la premessa. Deve essere una sostenibilità su tre pilastri: economica, sociale, ambientale. Lo dico qui a Cheese proprio perché anche la produzione di formaggi, l’allevamento, l’intera filiera deve agire da protagonista in questo cambiamento. Sono interessata ad ascoltare le vostre buone pratiche, le idee che possiamo rendere azioni insieme. Ben sapendo che per noi è una priorità difendere il reddito degli allevatori, in particolare dei piccoli. Che dobbiamo lavorare sull’equa distribuzione del valore lungo la filiera. Se restano pochi centesimi in tasca a chi produce il latte alla stalla, non avremo futuro. E sapendo che dobbiamo lavorare in Europa per cambiarla, per avvicinarla ai cittadini e alle imprese. Per una Politica agricola comune all’altezza di queste sfide future, non solo in termini economici ma anche di visione”.