Landini (Cgil) su incarico a Conte: subito riforma fiscale

Ravenna – Maurizio Landini, segretario della Cgil, ospite ieri sera alla Festa nazionale dell’Unità a Ravenna, è intervenuto sulle questioni dell’attualità politica e sui passaggi che stanno portando alla formazione di un nuovo governo a guida Conte. Tra l’altro, ha detto: “Col governo precedente abbiamo contestato le scelte sbagliate e assieme a Cisl e Uil abbiamo indicato cosa secondo noi sarebbe stato meglio fare, il governo non ci ha ascoltai, abbiamo promosso mobilitazioni e a quel punto abbiamo ottenuto l’apertura di tavoli di trattativa. Con un fatto singolare, che nello stesso governo di tavoli ne sono stati aperti due, di cui uno dal ministro Salvini. Il nostro atteggiamento è stato sempre di merito, ci siamo battuti per chiedere di cambiare le politiche economiche. Con Cisl e Uil siamo riusciti a prendere una posizione comune anche durante la crisi politica. Ci ha preoccupato che Salvini chiedesse pieni poteri perché la nostra Costituzione non consente di avere pieni poteri proprio perché nasce dopo aver sconfitto il fascismo. Abbiamo anche detto che il problema di questo paese è che noi abbiamo bisogno di un governo che governi per cambiare le politiche sbagliate fatte fino ad oggi. La vera alternativa al populismo è ricostruire una partecipazione vera e che la politica torni ad occuparsi dei problemi veri delle persone”. Sull’incarico a Giuseppe Conte, “prendo atto positivamente che il presidente della Repubblica ha convocato Giuseppe Conte. Dico in modo molto chiaro che il sindacato non ha governi amici o nemici. Certo c’è un discrimine che il governo deve essere antifascista e antirazzista e deve impegnarsi contro le diseguaglianze sociali. Noi i governi li giudichiamo per quello che fanno”. “Se oggi si vuol fare una cosa seria va fatta una riforma fiscale in cui la riduzione delle tasse non deve essere generica. Se è vero, come dice Bankitalia, che in questi anni c’è stata una concentrazione della ricchezza mai vista, se è vero che il 50% di questa ricchezza è nelle mani del 10% degli italiani diventa brutto se quel 10% paga un contributo di solidarietà per rilanciare il Paese? Un governo di svolta cambia le politiche sbagliate del mercato del lavoro. Come il Jobs che ha peggiorato le condizioni dei lavoratori. Io mi aspetto che il governo faccia questi cambiamenti e mi aspetto che si ricostruisca un rispetto reciproco tra le forze politiche del governo e le parti sociali, perché, per essere chiari, la cosiddetta disintemediazione non l’hanno inventata i Cinquestelle ma c’è già da prima. E allora quando le cose son complicate e difficili hai bisogno dire la verità ai cittadini e c’è bisogno di coinvolgere i soggetti prima di prendere le decisioni. Cgil, Cisl e Uil hanno dodici milioni di iscritti, qualcosa rappresenteranno no? Confrontarsi con le parti sociali non è allungare i tempi ma rafforzare la democrazia. Occorre ricostruire luoghi e canali di partecipazione, e occorre ricostruire fiducia, in un paese in cui una persona su due non vota”.