Indagine Page Group: millenials portatori di nuovi modelli lavorativi utili a tutti

Milano – I millennial, i giovani nati negli anni ’80 e 90′ del secolo scorso, sono fautori di nuovi modelli lavorativi, anche a beneficio dei colleghi più maturi. Un cambiamento che si registra già nel processo di candidatura e selezione: oggi, le persone sotto i 30 anni pongono ai selezionatori domande sia sull’avanzamento di carriera che sulla formazione e sulle condizioni di Lavoro, che sarebbero state impensabili 15 anni fa. E’ quanto sostiene PageGroup, società leader mondiale nel recruitment con i brand Page Executive, Michael Page e Page Personnel, che ha realizzato un’indagine per capire cosa differenzia i millennials dalla generazione X (le persone nate tra il 1960 e il 1980). I millennials, che dal 2025 copriranno più del 75% della forza lavoro non sembrano concentrarsi esclusivamente sull’aspetto economico del lavoro (come nel caso dei genitori), ma sul package retributivo e sullo svolgere mansioni a sostegno di una giusta causa, al fine di dare un valore aggiunto a tutte le attività aziendali. ”I millennials sono professionisti che non credono nella struttura tradizionale dell’orario d’ufficio 9-18 e hanno un’accentuata propensione a cambiare lavoro con maggiore frequenza”, afferma Francesca Cottini, manager della practice Human Resources di PageGroup. I millennials, prosegue Cottini, “avvertono una pressione crescente verso il successo sia professionale che personale, per questa ragione ai colloqui di lavoro rivolgono domande dirette: da come avere successo nel ruolo proposto a cosa mancava al proprio predecessore”. “Questo è un elemento positivo perché denota che quello dei Millennial è un target informato e fortemente critico”, conclude la manager. Tuttavia, spiega Page Group, è opportuno ricordare che il tema delle aspettative è sempre stato fondamentale, soprattutto in relazione a candidati con un percorso di carriera ben preciso in mente. Semplicemente, sono emerse nuove esigenze e aspettative differenti e ciò obbliga i datori di lavoro a trovare metodi per attrarre e trattenere il talento che rappresenta il futuro della forza lavoro e, quindi, introdurre o migliorare le opzioni di lavoro flessibile offerte ai dipendenti per gestire il divario generazionale.