Saldi addio

Milano – “Sgombriamo il campo dai luoghi comuni: l’ecommerce, Amazon e Internet a cui spesso si assegna il ruolo dell’antagonista, hanno in questa storia un ruolo marginale rispetto a quello che si pensa. C’entra piuttosto un sistema che anno dopo anno, non solo non si è evoluto ma in quel poco che è cambiato, è cambiato in peggio”, scrive il Corriere Della Sera. “È venuto a mancare, con il tempo – scrive il Corriere – quel rapporto di fiducia tra negoziante e cliente, come spiega Giampaolo Nuvolati, direttore del dipartimento di sociologia dell’Università Bicocca: “Un tempo avevamo un rapporto diretto con il territorio e con il negoziante. Oggi non è più così, il consumo è molto più distribuito nelle occasioni della vita — precisa — e la concorrenza è estremamente aumentata. È aumentata la mobilità delle persone che quindi si spostano e vanno negli outlet anche se già negli anni novanta c’erano i centri commerciali e cominciavano a essere messe in crisi le normali forme di commercio. Tutto ciò ha sicuramente messo in crisi i soggetti tradizionali, gli esercenti, ma anche i consumatori: c’è meno fidelizzazione, più volatilità, che è la cifra della nostra epoca”. “Siamo in una fase in cui le offerte, le promozioni e il modo di rapportarsi ai consumatori è continuo, non c’è più la sacralità del saldo, il momento della convenienza — aggiunge Antonella Carù, docente di marketing della Sda Bocconi, School of Management — si articola in tante occasioni meno rilevanti, meno totalitari. E anche la convenienza e la dimensione ludica dello shopping si sono diluite lungo tutto l’anno. I consumatori sono sempre più competenti e si muovono con grande perizia tra online e offline — precisa Carù — e di questo gli esercenti dovrebbero tenerne conto. L’errore più grande è continuare a fare quello che si faceva in passato”.