Ricognizione in Lombardia della Commissione parlamentare sulle Ecomafie

Ricognizione in Lombardia della Commissione parlamentare sulle Ecomafie

Milano – La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha svolto attività di approfondimento in Lombardia. Il giorno 08 luglio la delegazione della Commissione, guidata dal presidente Stefano Vignaroli, ha fatto sopralluoghi in tre siti interessati recentemente da incendi: la discarica di Mariano Comense, la piattaforma Rieco di Novate Milanese e l’impianto Ipb di Milano. Questa mattina la delegazione ha invece svolto alcune audizioni presso la prefettura di Milano, sul tema degli incendi e della contaminazione da Pfas. Sono stati sentiti il prefetto di Pavia Silvana Tizzano, il comandante dei Noe di Milano Massimiliano Corsano e le rappresentanti di Arpa Lombardia (il direttore Attività produttive e controlli Maria Teresa Cazzaniga e la responsabile dell’unità Risorse idriche Valeria Marchesi). Il prefetto Tizzano ha riferito in merito alle attività di contrasto degli incendi nel settore rifiuti messe in atto dalla prefettura di Pavia. L’audita ha spiegato che il «Nucleo ambiente», creato per la prima volta proprio dal prefetto Visconti in ottica di prevenzione dei roghi, nel suo periodo di operatività ha controllato 50 impianti riscontrando 39 irregolarità di vario tipo, da cui è poi scaturito per 10 siti il sequestro, disposto dall’Autorità giudiziaria. I controlli effettuati dal «Nucleo ambiente» riguardano principalmente lo stoccaggio dei rifiuti e i sistemi antincendio. Secondo quanto riferito dall’audita, la prefettura di Pavia ha anche condotto un censimento dei siti a rischio incendio di rifiuti sul proprio territorio, individuandone oltre 200. A gennaio 2019, il Consiglio regionale lombardo ha approvato una risoluzione in favore dell’estensione del modello del «Nucleo ambiente» di Pavia al resto della regione. Il Ten. Col. Massimiliano Corsano, comandante dei Noe Milano, ha riferito in merito alle dinamiche generali emerse dalle attività investigative sugli incendi. L’audito ha spiegato che gli incendi di rifiuti sono emersi come fenomeno nel 2016 in Veneto, diventando poi un elemento strutturale in tutto il Nord Italia. Corsano ha illustrato come sono cambiate negli ultimi anni le condotte illecite nel traffico di rifiuti. Diversamente da quanto avveniva in passato, ha riferito l’audito, oggi la pratica del girobolla per simulare trattamenti mai avvenuti da sola non basta più per conseguire illecitamente un profitto. Secondo quanto riferito, essendo infatti di molto aumentati i costi di smaltimento dei rifiuti, passando da 80 a 250 euro a tonnellata, oggi la pratica più diffusa per conseguire un guadagno illecito consiste nell’evitare del tutto i processi di smaltimento. Di conseguenza i rifiuti vengono stoccati nei capannoni oppure, più raramente, incendiati. Il fuoco, infatti, alza troppo l’attenzione, mentre lo stoccaggio nei capannoni permette poi di abbandonare il sito, con minori rischi per le aziende che operano i traffici. Spesso, ha spiegato Corsano, sono spazi rimasti vuoti a seguito della crisi economica e affittati regolarmente dai trafficanti, mentre solo raramente l’occupazione del capannone avviene abusivamente, all’insaputa del proprietario. L’impressione, secondo quanto riferito da Corsano, è che l’illegalità nel settore rifiuti stia crescendo in maniera evidente. Le rappresentanti di Arpa Lombardia hanno riferito in merito all’attività dell’agenzia, sia sul fronte degli incendi, sia su quello della contaminazione da Pfas. Cazzaniga ha fornito dati sul fenomeno degli incendi nel settore rifiuti: 11 nel 2015 (totale incendi 56), 8 nel 2016 (totale 42), 21 nel 2017 (totale 61), 22 nel 2018 (totale 63) e 7 dall’inizio del 2019 (totale 38). L’audita ha inoltre riferito in merito al progetto «Savager», che consiste nello studio di immagini satellitari per identificare in maniera più efficace le situazioni di potenziale non conformità con la normativa ambientale, contrastando così la gestione illecita dei rifiuti in Lombardia. Per quanto riguarda i Pfas, macrofamiglia di sostanze chimiche che comprende oltre 4mila sostanze, Marchesi ha spiegato che Arpa Lombardia conduce attività di monitoraggio dal 2017. Su 12 composti monitorati nelle acque superficiali, secondo i dati riferiti dall’audita, superamenti significativi della soglia di qualità ambientale-media annua sono stati rilevati nel 2018 per i Pfos (una tipologia di Pfas), in 46 su 57 stazioni di monitoraggio. “Questi due giorni sono stati molto utili per renderci conto in prima persona della situazione in impianti interessati da incendi. I traffici illeciti di rifiuti sono un fenomeno mutevole, che va monitorato con molta attenzione. In pochi anni infatti le condotte illecite in questo campo sono molto cambiate, di pari passo con le nuove dinamiche di mercato: alla pratica ormai storica del girobolla si sono associati il fuoco e poi gli stoccaggi irregolari in capannoni abbandonati. Uno dei punti fondamentali riguarda proprio la mancanza di sbocchi commerciali per questi rifiuti. Penso per esempio alle plastiche miste, che potrebbero diventare nuove risorse se il loro riciclo fosse incoraggiato e venisse promossa la domanda sul mercato. La nostra indagine adesso prosegue con approfondimenti anche in Veneto”, dichiara il presidente della Commissione Stefano Vignaroli.