Export: rallenta anche la Lombardia, -1,6%

Export: rallenta anche la Lombardia, -1,6%

Milano – Gli scambi commerciali con l’estero della Lombardia mostrano una battuta d’arresto nel primo trimestre 2019, interrompendo il trend crescente del biennio 2017-2018: il valore delle importazioni risulta in linea con quello di un anno fa (+0,1%), mentre per le esportazioni la variazione assume segno negativo (-1,6%). “Il calo dell’export regionale da un lato è frutto di effetti statistici sfavorevoli: nel primo trimestre 2018 si erano registrati dei picchi eccezionali per i flussi di articoli farmaceutici dalla provincia di Monza-Brianza e di mezzi di trasporto da quella di Varese, poi rapidamente rientrati – commenta il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – ma dall’altro non possiamo nascondere che il rallentamento del commercio estero stia avendo ripercussioni negative su un’economia aperta e integrata nelle filiere internazionali come quella lombarda”. Il valore delle esportazioni originate dalla Lombardia nel primo trimestre del 2019 scende a 30,9 miliardi di Euro: sia il confronto con lo scorso trimestre (-7,6%) sia quello con lo stesso trimestre dello scorso anno (-1,6%) registrano un segno negativo. Inquadrando le principali regioni manifatturiere del nord è l’Emilia Romagna a registrare il miglior risultato di inizio anno (+5,0% la variazione tendenziale) seguita dal Veneto (+1,4%); la Lombardia (-1,6%) e ancor più il Piemonte (-3,6%) risentono del peggioramento del clima internazionale legato anche ai problemi del mercato automobilistico. I maggiori contributi positivi in questo primo trimestre provengono dai prodotti tessili, pelli e accessori (+4,1%) e sostanze e prodotti chimici (+3,1%); sono invece determinanti per il risultato complessivo negativo, i risultati dei mezzi di trasporto (-16,1%) e degli articoli farmaceutici (-16,8%). La contrazione delle esportazioni risulta più intensa verso i paesi dell’unione europea (-2,1%) piuttosto che verso i paesi extra UE (-0,9%). I flussi di merci verso il mercato comunitario risentono della variazione nulla registrata dalla Germania e dei rilevanti contributi negativi di Polonia (-25,8%) e Irlanda (-73,7%); significativa anche la contrazione dei flussi verso la Spagna (-2,2%). In crescita, invece, l’export verso il Regno Unito (+9,4%), anche grazie a un anticipo di importazioni in vista della Brexit, Austria (+4,5%) e Grecia (+10,2%); significativo, seppur contenuto, il risultato della Francia (+0,8%), considerato che rappresenta il secondo mercato di sbocco per la Lombardia nell’UE dopo la Germania. Tra i paesi extra-UE, i contributi negativi più importanti provengono da Turchia (-22,5%), Iran (-65,7%), Oman (-62,7%), Giappone (-9,5%) e Cina (-4%), mentre i mercati che mostrano incrementi rilevanti, sempre considerando i paesi esterni all’Unione Europea, sono Usa (+4,3%), Canada (+26,8%), Norvegia (+41,3%) e Messico (+18,9%). Anche le importazioni regionali evidenziano una frenata nel primo trimestre 2019: il valore dei flussi di merci in arrivo dall’estero si attesta sui 33,9 miliardi, sostanzialmente stabile su base annua (+0,1%). Su questo risultato influisce il significativo calo della componente energetica, con diminuzioni rilevanti per le importazioni sia di petrolio greggio sia dei prodotti della raffinazione. La tenuta dell’import e la diminuzione dell’export si traducono in un ampliamento del deficit commerciale, che supera i 3 miliardi per la prima volta dal 2012.