Il turismo Italian style piace all’estero

Il turismo Italian style piace all’estero (1)

Milano – Dai tovagliati per il settore alberghiero in Australia ai flaconi di prodotti cosmetici monodose per hotel in Arabia Saudita, dalle cucine complete per alberghi in Brasile e Russia ai sistemi di fonodiffusione per sale conferenze per gli hotel negli Emirati Arabi, dal caffè tostato per alberghi e ristoranti degli Stati Uniti ai vassoi inox di grandi dimensioni per buffet in Qatar. Sono alcuni dei prodotti e servizi per il settore turistico esportati dalle imprese lombarde nel mondo. Ma si esportano anche arredamenti completi per bar, pizzerie e ristoranti in Svizzera, biancheria e centralini telefonici per hotel in Francia, tovaglie per ristoranti in Indonesia, saponette o salviette per scarpe in Germania. Sono quasi duecento gli operatori lombardi con l’estero ricavati dal registro delle Camere di commercio e che hanno dichiarato attività di export specializzato nei settori alberghiero, accoglienza e servizi turistici. Di questi quasi la metà opera tra Milano, Monza Brianza e Lodi, il 18% a Brescia e il 16% a Bergamo, il 6% a Como e Varese. Le imprese del settore turistico di Milano, Monza Brianza e Lodi incontrano buyer esteri, mercoledì 12 giugno in Camera di commercio a Palazzo Giureconsulti dalle 14.30 alle 17.30. In Piazza Mercanti angolo piazza Duomo, organizzati circa cento incontri b2b tra una trentina di imprese dei settori ospitalità, ristorazione, esperienze, servizi e una decina di operatori esteri, tour operator e influencer, provenienti in particolare da Regno Unito, Danimarca e Norvegia, interessati a conoscere meglio Milano e la Lombardia come mete turistiche ma anche i prodotti e i servizi turistici offerti dalle aziende del territorio. Gli incontri b2b si terranno a Palazzo Giureconsulti, piazza Mercanti 2 (MM Duomo), dalle ore 14.30 alle ore 17.30. Prossime tappe a Cremona il 13.6, a Milano il 25.6 e a Sondrio il 26.6. L’iniziativa, che prevede l’accoglienza di operatori economici selezionati con l’obiettivo di favorire il processo di internazionalizzazione delle Pmi creando occasioni di business, quest’anno si estende a livello nazionale. Promos Italia, infatti, in collaborazione con Unioncamere Lombardia, Sistema Camerale Lombardo, Regione Lombardia, le Camere di commercio di Genova, Milano Monza Brianza Lodi, Modena, Ravenna, Udine e Banca Popolare di Sondrio organizza un programma di attività che prevede circa 2500 incontri b2b nel corso di 45 appuntamenti in Italia che si stima coinvolgeranno più di 800 imprese. Grazie a InBuyer, le imprese italiane possono incontrare circa 200 buyer selezionati provenienti da paesi di tutto il mondo, tra questi: Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Polonia, Portogallo, Svizzera, Cina, Corea del Sud, Giappone, Indonesia, Israele, Russia, Singapore, Turchia, Canada, Usa, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Marocco. Al progetto possono aderire imprese dei settori: alimentare, moda, cosmetica, beni strumentali, arredo, costruzioni-edilizia, packaging, energia, turismo e nautica. Il progetto è destinato a piccole e medie imprese di produzione che abbiano potenzialità di interazione con i buyer esteri. Per informazioni le imprese possono contattare Promos Italia.

Il turismo Italian style piace all’estero (2)

Milano – 148 giornate di eventi, 833 buyer provenienti da oltre 50 paesi, 3068 imprese lombarde servite, 14430 incontri b2b, oltre 1000 accordi conclusi: questi i numeri delle prime quattro edizioni del progetto InBuyer, fino alla scorsa edizione dedicato solo a imprese lombarde. “Ha dichiarato Valeria Gerli, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Il turismo è uno dei settori trainanti per la nostra economia: i dati ci dicono che siamo sempre più meta di turisti italiani e stranieri e occorre proseguire in questo trend”. “InBuyer è ormai un punto di riferimento per le aziende italiane che hanno l’obiettivo di ampliare il proprio business internazionale – spiega Alessandro Gelli, Direttore di Promos Italia – E’ uno strumento a disposizione delle piccole e medie imprese per valutare la propria propensione all’export o sviluppare ulteriormente il proprio processo di internazionalizzazione, attraverso incontri one to one mirati sul proprio territorio con buyer selezionati e realmente interessati ai loro prodotti. Quest’anno – prosegue Gelli – abbiamo ampliato la gamma di settori a cui è dedicato il progetto includendo anche turismo e nautica, comparti di riferimento per l’economia di molti territori del nostro Paese”. Ristoranti e alberghi italiani nel mondo, l’export di “food made in Italy” fondamentale per l’85%. L’89% di loro dà come voto 7/8 alla cucina italiana nel mondo mentre il 70% circa è molto ottimista sull’export italiano nel settore food. Sono i risultati di un’indagine della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi con circa 50 chef internazionali a maggio 2019. Per il 73% contano moltissimo i ristoranti italiani all’estero per far conoscere il made in Italy del food così come è centrale l’uso di ingredienti e prodotti Made in Italy per l’85% dei ristoratori. Il mercato trainante è in Asia Orientale per il 27%, in Europa per il 27%, in Nord America per il 17%, in Asia Centrale per il 15%. Ci sono danni al business per le false imitazioni internazionali ai prodotti tipici italiani per il 71%, per il 44% moltissimo o molto, per il 27% abbastanza. Milano, agroalimentare e ristorazione valgono 49 miliardi, il 15% nazionale. Il settore agroalimentare a Milano secondo un’elaborazione della Camera di commercio al 2018, ha un fatturato che vale 49 miliardi su 77 miliardi in regione e 330 miliardi in Italia. A Milano tra agricoltura, industria alimentare e commercio alimentare sono 12 mila le imprese con 150 mila addetti, in regione 70 mila con circa 300 mila addetti e in Italia circa un milione con oltre due milioni di lavoratori. Crescono del +1% a Milano in un anno, del 5% dal 2015 e del 9,6% in cinque anni. I giovani pesano circa un decimo del settore. In Lombardia, prima è Brescia con 13 mila imprese, dopo Milano con 12 mila c’è Mantova con 9 mila, Bergamo e Pavia con circa 8 mila. In Italia per numero di imprese prima è Napoli con 30 mila, seguita da Foggia e Roma con 28 mila, Salerno con 25 mila, Cuneo con 22 mila. Crescono Trento con 23 mila imprese e +0,7% in un anno, Potenza con 13 mila imprese e +4% in due anni, Milano con 12 mila attività, + 10% in cinque anni. Per quanto riguarda la ristorazione, in Lombardia ci sono 51 mila imprese su 337 mila in Italia, +5% in cinque anni. Trainano Milano e Monza con 18 mila imprese, +13% e 4 mila imprese, +10%. A Brescia sono oltre 7 mila le imprese del settore, a Bergamo oltre 5 mila, a  Varese circa 4 mila, a  Como e Pavia circa 3 mila. Sono 259 mila gli addetti lombardi nel settore ristorazione su 1,4 milioni in Italia. Milano concentra 122 mila addetti, Roma 101 mila. A Napoli ci sono 17 mila imprese e circa 50 mila addetti. Tra le prime lombarde anche Brescia con 31 mila, Bergamo con 24 mila, Varese con 18 mila e Monza con 13 mila.