Cannabis, in Lombardia 160 ettari: boom +600% campi in cinque anni

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Milano – Sono oltre 160 gli ettari a canapa in Lombardia, con un aumento del 600% dei terreni coltivati tra 2014 e 2018. È quanto afferma la Coldiretti regionale nel commentare la decisione restrittiva presa dalle sezioni unite penali della Cassazione che rischia di frenare un settore in grande sviluppo. Se nel 2006 questa coltivazione nella nostra regione non esisteva, – spiega la Coldiretti Lombardia su dati regionali – nel 2014 gli ettari coltivati erano 23, mentre oggi i campi dedicati a questa coltura si trovano praticamente in tutte le province lombarde per un totale di circa 166 ettari nel 2018. La canapa è una pianta versatile dai molteplici utilizzi – continua la Coldiretti – che spaziano dalla bioedilizia all’alimentare, tanto che tra gli operatori del settore viene considerata un vero e proprio “maiale vegetale”, dato che non si butta via nulla. In Lombardia – spiega la Coldiretti – oltre alla coltivazione per scopi industriali, si registrano esperienze innovative che riguardano il cibo con esempi di imprenditori agricoli che producono cracker, birra, olio per cucinare e tisane. In Italia nel giro di cinque anni – sottolinea la Coldiretti nazionale – sono aumentati di dieci volte i terreni coltivati a cannabis sativa, dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4000 stimati per il 2018 nelle campagne dove sono centinaia le aziende agricole che hanno investito nella coltivazione, dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna. E’ in realtà, rileva la Coldiretti, un ritorno per una coltivazione che fino agli anni ‘40 era più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). Il declino, spiega la Coldiretti, è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economico” che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un’ombra su questa pianta. ll Governo italiano nel 1961 sottoscriveva una convenzione internazionale chiamata “Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti” (seguita da quelle del 1971 e del 1988), in cui la canapa sarebbe dovuta sparire dal mondo entro 25 anni dalla sua entrata in vigore mentre nel 1975 esce la “legge Cossiga” contro gli stupefacenti, e negli anni successivi gli ultimi ettari coltivati a canapa scompaiono.