Start up innovative: boom in 6 anni

Milano – Crescita esponenziale per le start up innovative che sfiorano le 10mila unità a febbraio 2019, con Milano che si colloca in vetta alla classifica italiana, confermandosi città a elevato tasso di innovazione con il 20% circa delle start up innovative del Paese. Dichiara Alvise Biffi membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e presidente dell’incubatore Speed MI Up: “Puntare sui giovani e sulle idee innovative è l’obiettivo che la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi si pone anche attraverso Speed MI Up www.speedmiup.it, l’incubatore d’impresa gestito assieme all’Università Bocconi e con il supporto del Comune di Milano, dove le start up possono crescere, strutturarsi più velocemente, migliorare le attività manageriali e finanziarie e accedere a finanziamenti esterni. Un’esperienza consolidata per il territorio che sviluppa luoghi di dialogo e scambio fra imprese, università e istituzioni”. In sei anni di attività, Speed MI Up ha aperto le porte a oltre 400 startupper. Ha ricevuto 1700 idee di business e ha incubato 90 imprese che oggi valgono complessivamente 88 milioni di euro. È una realtà in crescita: nel 2017, le startup dell’incubatore hanno fatturato 9 milioni di euro, che nel 2018 sono saliti a 20 milioni. Fra venture capital, equity crowdfunding e finanziamenti pubblici, le nuove imprese lanciate da Speed MI Up hanno raccolto 11 milioni di euro. Secondo i dati diffusi dall’Ufficio Studi della Camera di commercio  di Milano Monza Brianza Lodi in un dossier aggiornati a febbraio 2018 nel capoluogo lombardo sono 1.728  le giovani imprese iscritte nell’apposita sezione del Registro Imprese, 1.840 considerando il territorio aggregato di Milano Monza Brianza Lodi, in aumento del 25% rispetto al 2018: in quest’area sono localizzati i tre quarti delle start up innovative lombarde, il 19% di quelle italiane. La Lombardia è la regione più popolosa con 2.463 unità. In tutta Italia il numero delle start up innovative è cresciuto in modo esponenziale dal 2012 al 2015, per poi avere una fase di assestamento ma sempre con aumenti significativi fra il 2016 e il 2018. Nell’ultimo anno nuovo significativo incremento con un +25%. Un quinto delle start up innovative è controllato da giovani under 35 (2000 in tutta Italia, 342 nell’area di Milano Monza Brianza Lodi) quota che acquista ancora maggiore rilevanza se si considera che nell’universo locale delle società di capitale il 5% circa può essere definito giovanile. Secondo quanto si evince dai dati diffusi nell’indagine della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, la gran parte delle start up innovative opera nel terziario (8 imprese su 10 nel comprensorio di Milano Monza Brianza Lodi) mentre sono meno diffuse nei settori dell’industria e artigianato (11,3% del totale start up). A livello nazionale Il 14 % delle start up innovative è ad alto valore tecnologico; più nel dettaglio,  sono i servizi avanzati a prevalere, la produzione di software e i servizi informatici; seguono le attività legate alla ricerca scientifica e sviluppo. Fra le startup industriali, a imporsi sono sempre i settori a media e alta tecnologia, come la fabbricazione di computer, apparecchiature elettroniche e macchinari. Guardando al contributo occupazionale, a livello nazionale sono 3.914 le start up con addetti dichiarati. In generale si tratta di imprese di piccole dimensioni, l’80% conta meno di 4 addetti, mentre lo 0,5% ne conta più di 50 (4 imprese in valore assoluto a Milano, 14 in tutta Italia). Da considerare che la maggioranza di queste imprese non dichiara nessun addetto (spesso sono gli stessi soci/fondatori a prestare attività lavorativa all’interno dell’azienda). Circa la metà delle start up innovative (42%) è dotata di un capitale sociale inferiore ai 10mila euro, mentre il 22% si colloca tra 10 e 50 mila euro. Le start up dell’area milanese risultano mediamente più capitalizzate di quelle nazionali. A livello nazionale la forma giuridica prevalente è la società a responsabilità limitata (87,6%, 8.642 in valore assoluto ); la rimante quota è rappresentata dalle s.r.l. semplificate (10%), e dalle società per azioni (0,9%). Le startup innovative sono società di capitale con precise caratteristiche: non devono essere nate da fusioni, scissioni o cessioni, devono essere costituite da meno di 60 mesi e avere un fatturato non oltre i 5 milioni di euro; non possono distribuire utili, l’oggetto sociale deve riguardare lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Inoltre, devono rispettare almeno uno dei seguenti requisiti: le spese in ricerca e sviluppo devono essere superiori al 15 per cento del maggior valore tra costi e valore totale della produzione; devono impiegare, come dipendenti o collaboratori (in misura pari ad almeno un terzo della forza lavoro), personale in possesso del dottorato di ricerca o che abbia svolto almeno tre anni di attività di ricerca, o, in alternativa è necessario che almeno i due terzi del personale sia in possesso della laurea magistrale; l’impresa deve essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto. L’iscrizione nell’apposita sezione del Registro delle Imprese – attiva dal 2013 –  prevede una serie di agevolazioni e vantaggi rispetto all’inquadramento  contrattuale e alla remunerazione dei lavoratori, all’esonero da alcune forme di tassazione, a incentivi fiscali e possibilità di utilizzare l’equity crowdfunding.