Sondrio – Grande soddisfazione per la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato infondato il ricorso con cui il Governo Gentiloni aveva impugnato la legge regionale 7/2018 istitutiva del Cir, il Codice identificativo di riferimento. Il pronunciamento, molto atteso, ha avuto l’esito fortemente auspicato dalla categoria degli operatori della ricettività e farà certamente da apripista per molte Regioni sul tema degli affitti brevi. Pertanto, anche l’Unione del Commercio e del Turismo, attraverso Federalberghi Sondrio e Federalberghi Extra, condivide appieno il plauso espresso da Confcommercio Lombardia che, in una nota, rimarca come la sentenza rappresenti un passaggio di certezza, sul fronte sia delle regole applicabili nel mercato della ricettività (secondo il principio ‘stesso mercato, stesse regole’) sia delle competenze costituzionali in capo alle Regioni in materia di turismo. Il mondo del turismo sta affrontando una rivoluzione epocale dettata dalle nuove tecnologie e dal mutamento globale degli stili di vita. Cogliere la forza delle innovazioni del web significa ampliare l’offerta anche ricettiva delle nostre città e località turistiche. Ma questa trasformazione deve anche accompagnarsi a meccanismi di contrasto a forme di abusivismo o improvvisazione. «Il Cir – affermano Roberto Galli e Marco Delvò, presidenti rispettivamente di Federalberghi Sondrio e di Federalberghi Extra, le due categorie attive all’interno dell’Unione del Commercio e del Turismo impegnate nel contribuire a diffondere la cultura della legalità nel settore dell’accoglienza – rappresenta un ulteriore punto di forza proprio per contrastare l’abusivismo e agevolare e stimolare i Comuni nei controlli degli annunci, online e offline, di turismo in appartamento consentendo anche a Regione Lombardia di seguire un trend di regole europeo e internazionale che permetterà uno sviluppo sano e corretto di un fenomeno in evoluzione come quello degli affitti brevi. Un plauso, dunque, va a Regione Lombardia e all’assessore Lara Magoni per aver dato applicazione a questa legge nonostante l’impugnativa, auspicando – concludono Galli e Delvò – che la sentenza metta fine a dubbi e incertezze applicative, fungendo da stimolo ai Comuni e permettendo loro mettere in campo tutti gli strumenti necessari per l’applicazione delle norme sugli affitti turistici, a difesa di tutte le strutture ricettive che operano seguendo le regole».