Bonomi (Assolombarda), subito 20-25 miliardi da destinare alla crescita

Milano – Oggi incontro del ministro allo Sviluppo economico Luigi Di Maio coi vertici di Assolombarda. Il presidente Carlo Bonomi ha avanzato le proposte degli imprenditori. “Ci preme soprattutto un confronto sui seguenti punti: il tasso di disoccupazione nell’area Milano – Monza – Brianza, al 6,1%, rappresenta quasi la metà di quello italiano (10,08%); il tasso di apertura all’economia internazionale si registra di 17,7 punti superiore a quello nazionale, con un’intensità di brevetti depositati che è più del doppio di quella italiana; il 10% del Pil italiano si realizza a Milano, inoltre la città già lo scorso anno aveva raggiunto il +7% rispetto a valori precrisi (contro un persistente -3,3% dell’Italia); un terzo delle multinazionali attive nel Paese ha sede nel capoluogo lombardo – dichiara il Presidente Bonomi in apertura del suo discorso – Mi preme anche ricordare che da Milano si origina un terzo della fatturazione elettronica a livello nazionale, con oltre 68 milioni di documenti trasmessi da 166mila operatori nei primi cinquanta giorni del nuovo regime digitale, pari al 30% dei 226 milioni di documenti transitati in totale attraverso il sistema che regola i processi”. “Bisogna intervenire sui programmi di spesa in essere, scegliendo quelli che hanno maggior assorbimento di risorse rispetto a un minore impatto sul Pil potenziale. E dunque, queste le nostre proposte, – aggiunge il presidente di Assolombarda – sospendiamo quota 100, che aggrava il debito previdenziale e ne addossa i costi ai più giovani, oltre ad abbassare il tasso di occupazione; il reddito di cittadinanza lasciamolo solo nella sua componente di lotta alla povertà del Rei, e abbandoniamo l’idea di includervi anche le politiche del lavoro. Inoltre, aggiungiamo a questi due stop anche quello del bonus degli 80 euro, che non ha significativamente innalzato la propensione al consumo. In questo modo, ricaviamo 20 – 25 miliardi senza aggravi di finanza pubblica in due sole tranche di misure: un drastico calo del cuneo fiscale – a le nostra proposta è di traslarlo ai lavoratori fino a 35.000 euro di reddito lordo; una ripresa integrale delle agevolazioni Industria 4.0, e del credito d’imposta destinato a R&S”.