Roma – Una lunga chiacchierata sugli effetti della globalizzazione nel mercato delle PMI, i danni dell’austerity imposta da Bruxelles e il raffronto della politica industriale che gli USA hanno adoperato a difesa delle loro piccole e medie industrie e quella nostrana. Questi solo alcuni degli aspetti trattati nella mattinata di incontro che ha visto Paolo Agnelli, industriale e presidente di Confimi Industria e Steve Bannon già capo strategia di Trump. ”Un confronto pragmatico – si legge in una nota Confimi – sulle contraddizioni della politica europea e italiana e lo scostamento con l’economia reale il tutto supportato da poche ma robuste evidenze: 750.000 imprese chiuse o fallite negli ultimi dieci anni in Italia, 2.800.000 i posti di lavoro creati da aziende italiane all’estero a causa di politiche antindustriali dai primi anni duemila ad oggi, un carico fiscale che – al netto di tutti i costi indeducibili – vale oltre il 63%, sui quali pesano due voci che, su tutte le altre, rendono le nostre aziende non competitive sui mercati internazionali: costo dell’energia e costo del lavoro. Tutte considerazioni che hanno portato Agnelli e Bannon a rivedersi per confrontarsi sul futuro dell’Occidente alla luce della pericolosa via della Seta”.