Tav, Colla (Cgil): analisi costi benefici al governo

Roma – I dati Istat sulla gelata del fatturato dell’industria, -7,3%, sono la certificazione che siamo ritornati indietro di dieci anni, al 2009. Questi sono i fatti, il resto è solo propaganda elettorale”. Non ha usato mezzi termini il vicesegretario generale della Cgil, Vincenzo Colla nel bollare l’azione di governo. “Se poi a questo dato di recessione aggiungiamo la scelta di bloccare i cantieri delle grandi opere infrastrutturali come la Tav, peraltro già in costruzione, -è ancora il giudizio di Colla- tutto diventa dannatamente drammatico”. Il dirigente della Cgil definisce poi “incredibile” che si consegnino all’Europa le risultanze di uno studio realizzato da docenti del MIT e, per contro, “non si discuta preventivamente né con le parti sociali, che rappresentano il lavoro e le imprese del nostro paese, considerati evidentemente soggetti oppositivi e non capaci di proposte e soluzioni costruttive, né -rileva ancora Colla- si coinvolge il Parlamento su una decisione di tale rilevanza strategica anche per i rapporti internazionali”. Colla informa anche che “l’Unione europea ci comunica che, se non c’è una tempestiva pubblicazione dei bandi di gara per l’assegnazione dei lavori per la realizzazione della tratta transfrontaliera della Tav, verrà applicata una secca riduzione di finanziamenti già concessi con le conseguenze facilmente immaginabili”. “Solo chi si sente perennemente in campagna elettorale -è l’accusa del vicesegretario generale- può dire che le risorse già destinate alla Tav si spenderanno successivamente per asili, scuole, ospedali, ecc. Questo -afferma- è un esercizio comunicativo che non ha alcun nesso con la realtà dei fatti. La scelta di coprirsi dietro cifre, calcoli e tabelle di prospettiva per fermare i lavori della Tav –rincara Colla- è semplicemente tattica politico-elettorale. La sostanza vera è che, in questo nostro Paese, per colpa di una visone miope e distorta dello sviluppo economico, si infliggeranno pesanti tagli all’occupazione in un settore che ha già perso oltre 500 mila posti di lavoro negli ultimi dieci anni, portando negatività alle imprese e a tutta la filiera delle costruzioni”. Colla parla di una scelta politica che lascerà una pietra miliare di inaffidabilità dell’Italia: “dopo avere votato e sostenuto nel Parlamento Europeo e nel Consiglio Europeo tutte le progettazioni delle reti di Ten-T, cioè i grandi assi viari di comunicazione finalizzati all’interconnessione dell’Italia all’intero Continente Europeo, ora, unilateralmente, si bloccano i lavori”. “Tutto il sindacato confederale, cosi come nella grande manifestazione di piazza S.Giovanni a Roma il 9 febbraio scorso, continuerà a battersi per il vero cambiamento, per il lavoro e lo sviluppo sostenibile del nostro Paese” assicura infine Colla. “Per queste ragioni -conclude- sosterremo lo sciopero dei lavoratori edili del 15 marzo e saremo unitariamente a loro fianco nella manifestazione di piazza del Popolo a Roma”.