Osservatorio Agromafie, Rapporto 2019

Roma – L’indicazione di origine degli ingredienti sull’etichetta consentirebbe di prevenire le falsificazioni e le pratiche commerciali sleali che danneggiano la nostra economia. Secondo il rapporto 2018, più di 9,7 milioni di litri di bevande e 3.620 tonnellate di prodotti alimentari contraffatti sono stati sequestrati in 67 Paesi in quattro mesi. Si va dalla carne avariata al tonno colorato con prodotti chimici o al falso latte materno in polvere. Bene, ma tutto questo dovrebbe essere sistematizzato. Il valore dell’export dell’agroalimentare italiano ha raggiunto la soglia dei 42 miliardi.  Si stima che il cosiddetto italian sounding (o meglio le imitazioni dei prodotti italiani affidati al solo richiamo del logo) ne valga almeno 100 miliardi. Distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. Balzo del 58% nei reati a tavola nel 2018 le notizie di reato nel settore agroalimentare che si estendono ai principali comparti, dal biologico al vino, dall’olio all’ortofrutta, dalle conserve ai cereali. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei risultati operativi dei circa 25mila controlli effettuati dal Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF) nei primi otto mesi dell’anno. Più di un italiano su cinque (17%) è stato vittima di frodi alimentari nel 2018 con l’acquisto di cibi fasulli, avariati e alterati ed effetti anche sulla salute, quale si evidenzia che ben l’88% dei cittadini nel momento di fare la spesa è preoccupato dell’idea che nei negozi ci siano in vendita prodotti alimentari pericolosi per la salute. L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. L’ortofrutta è sottopagata agli agricoltori su valori che non coprono neanche i costi di produzione, ma i prezzi moltiplicano fino al 300 per cento dal campo alla tavola anche per effetto del controllo monopolistico dei mercati operato dalla malavita in certe realtà territoriali. La più completa indicazione del Paese di origine del cibo o degli ingredienti utilizzati negli alimenti aumenta la trasparenza del prodotto e può essere uno strumento utile per prevenire le frodi alimentari. Per questo si chiede alla Commissione europea di rendere obbligatoria l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati che circolano nell’UE e di introdurre requisiti di tracciabilità più rigorosi al fine di rafforzare la sicurezza alimentare e la trasparenza su tutta la catena di approvvigionamento del cibo.