Bonometti (Confindustria) dà la sveglia al governo: si Tav, si investimenti, sbloccare 400 opere

Milano – “La politica italiana ha fatto flop, oltre che col Venezuela, anche con la Francia”, spiega Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, a margine della presentazione del Rapporto Unioncamere. E il flop rischia di costare caro alle imprese, “basti” pensare che la Francia è importante per il nostro export, l’Italia esporta il 10 per cento dei propri prodotti Oltralpe. Mi auguro si trovi una soluzione urgente. Bisognerebbe pensare ai riflessi negativi sull’economia”, delle parole, chiarisce Bonometti che poi parla della Tav: “Va fatta, è un’opera già decisa, che permette all’Italia di collegarsi al resto d’Europa, è un’opera indispensabile per poter competere a livello internazionale ma soprattutto per mettere in condizioni le nostre aziende di essere più competitive”. Sull’economia lombarda il presidente di Confindustria non è ottimista: “Sul fronte investimenti, nel 2018 abbiamo avuto un forte calo passando dal 13,7% del 2017 al 4,3% del 2018. Per il 2019 le previsioni non sono così rosee. Urge una decisa inversione di tendenza nell’azione della politica. Quanto più tarderà, tanto più pesanti dovranno essere gli sforzi per tentare il recupero. A nome degli industriali della Lombardia, invoco un pronto recupero del senso della realtà. Ci sono ancora le condizioni e c’è ancora una concreta possibilità di operare in questa direzione, ma bisogna fare presto partendo da azioni come l’eliminazione dell’ecotassa, che va cancellata da subito e rilanciando gli investimenti. Per Confindustria Lombardia occorre al più presto sbloccare le 400 opere pubbliche già finanziate per circa 26 miliardi di euro: con la loro realizzazione si avrebbe un aumento del PIL di circa un punto percentuale rispetto a uno scenario base in tre anni; questo contribuirebbe a creare lavoro e rimettere in carreggiata l’Italia a livello infrastrutturale”. “Improrogabile anche un’azione sul cuneo fiscale che consentirebbe di mettere più soldi in busta paga ai lavoratori, in modo da determinare l’aumento del potere d’acquisto della retribuzione e far ripartire la domanda interna, il nostro vero tallone d’Achille che, come vediamo anche dai dati altalenanti della congiunturale, lascia le imprese e il Paese in balia delle incertezze globali”.