Letizia Moratti (UBI Banca): coniugare solidarietà e profitto possibile e necessario

Milano  –   UBI Banca annuncia il superamento di 1 miliardo di euro collocato tramite Social Bond, il prestito obbligazionario solidale che dal 2012 arricchisce l’offerta commerciale del gruppo con un prodotto che ha innovato il settore bancario e ha contribuito a introdurre un approccio specifico legato al Terzo Settore e all’economia civile. I Social Bond sono prestiti obbligazionari che offrono al sottoscrittore l’opportunità di ottenere un ritorno sull’investimento paragonabile a quanto offerto dalla banca su investimenti analoghi e, nello stesso tempo, di contribuire al sostegno di iniziative di rilevante valenza sociale. Al termine del collocamento la Banca devolve una quota predefinita dell’importo raccolto a supporto di tali progetti, per lo più promossi da organizzazioni non profit, oppure destina l’ammontare collocato all’erogazione di finanziamenti a condizioni competitive per contribuire allo sviluppo sul territorio di iniziative di imprenditorialità sociale. “Siamo arrivati a questo risultato con una magnifica capacità di analisi dei bisogni del contesto sociale del Paese: oggi coniugare solidarietà e profitto non solo è possibile, ma necessario. Sono 91 i progetti ad impatto sociale che abbiamo sostenuto con i social bond e sono oltre 100.000 i beneficiari diretti dei progetti stessi” – afferma Letizia Moratti, presidente del Consiglio di Gestione di UBI Banca – “In particolare, la raccolta ha consentito erogazioni  liberali per quasi 5 milioni di euro e lo stanziamento di plafond per finanziamenti destinati alle imprese sociali a condizioni agevolate che superano i 21 milioni. E tutto questo è stato possibile anche grazie agli oltre 36.000 clienti della banca che li hanno sottoscritti. Del resto,  i social bond sono caratterizzati da un doppio valore: da un lato offrono ai risparmiatori un ritorno sull’investimento e, dall’altro, consentono loro  di contribuire al sostegno di progetti di valore per  le nostre Comunità”. I contributi devoluti a titolo di liberalità hanno permesso di supportare 48 istituzioni operanti nei settori dell’assistenza e solidarietà, 28 enti operanti nel campo delle infrastrutture e servizi di pubblica utilità, 12 università o centri di ricerca, e tre operatori per lo sviluppo economico-territoriale.