Milano – Mercoledì 12 dicembre 2018 alle ore 17 Cgil e Uil di Genova saranno in piazza, davanti alla Prefettura, per dire basta al declino di un territorio sempre più povero e in difficoltà. Le Organizzazioni sindacali saranno insieme per promuovere la crescita sociale ed economica del nostro territorio, di fatto, abbandonato alle promesse e alle illusioni di un governo in perenne campagna elettorale. Lavoro e sviluppo sono le priorità che Cgil e Uil hanno individuato, perché Genova non ha bisogno di annunci, ma di fatti concreti, di una svolta significativa per rinascere e per poter crescere. Il crollo del ponte Morandi non solo ha messo in forte difficoltà il tessuto economico e sociale dell’intera Città metropolitana, ma ha aggravato le ferite di un territorio fragile, sia dal punto di vista idrogeologico che per le emergenze infrastrutturali. Abbiamo bisogno di decongestionare Genova e di collegare la Liguria al resto d’Europa per rilanciare un’economia allo stremo delle forze. Il prossimo 12 dicembre Cgil e Uil saranno quindi insieme: Per un territorio che deve recuperare tempo e terreno, sulle grandi opere infrastrutturali, realizzando presto e bene: Terzo Valico, Gronda, Nodo Ferroviario; per una portualità forte che deve essere sostenuta attraverso le opere necessarie per competere con gli scali più importanti d’Europa; per un’industria che sia capace di intercettare importanti investimenti per trasformarli in nuove e importanti opportunità occupazionali; per un territorio che va messo in sicurezza con una concreta lotta al dissesto idrogeologico; per maggiori garanzie sul sociale a partire da una sanità pubblica, oggi in grande sofferenza, rendendola più efficace ed efficiente in particolare nelle zone con maggiore difficoltà a causa del crollo del ponte; per l’economia del Tigullio Golfo Paradiso che necessita di fondi e di interventi strutturali necessari non solo a ricostruire quanto distrutto nelle aree coinvolte dalle recenti mareggiate, ma anche a garantire il lavoro e l’occupazione cioè le condizioni minime se davvero si vuole ragionare nell’ottica di sviluppo possibile e rilancio del territorio.