Milano – In Lombardia a fine settembre sono circa 423 mila le cariche occupate da donne, di cui 109 mila a Milano città. Cresce il comune milanese con l’1,3% in più dello scorso anno. In pratica il 26% del totale degli amministratori, titolari e soci o dei dirigenti che guidano le aziende lombarde è donna. Lo è il 24% milanese. Ma, come mostra la fotografia scattata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi nel quadro dell’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere, nelle “stanze dei bottoni” le donne, rappresentano solo il 24% degli 807 mila amministratori d’impresa oggi esistenti in Lombardia. Poco meno il peso a Milano città, anche se in crescita, col 22% femminile su 252 mila amministratori. Oggi sul tema dell’impresa femminile, si concentra un convegno in Camera di commercio. “Per Elena Vasco, Segretario generale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “L’aumento delle donne alla guida delle imprese è certamente un dato positivo, ma non sufficiente. Una Milano sempre più globale deve raggiungere un livello maggiore nella valorizzazione delle professionalità femminili, anche in ruoli esecutivi a livello apicale ai livelli degli standard internazionali più elevati”. Ha dichiarato Marzia Maiorano, la Presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi – “A livello Paese diventa un argomento di fondamentale importanza per la competitività economica: se non verranno riequilibrati i team nelle aziende con alta spinta innovativa con la presenza femminile, le nostre aziende rischiano di essere limitate nella sfida internazionale e nell’accrescimento del PIL. Abbiamo un’opportunità senza precedenti, tocca al comparto femminile guidare la crescita facendo sistema”. “Occorre partire dai giovani e questo è il senso del convegno di oggi in Camera di commercio, in cui abbiamo coinvolto le scuole milanesi con risultati di forte interesse e coinvolgimento, per cui abbiamo buone speranze per il futuro. È necessario e urgente guardare al futuro, a dove poter applicare le materie STEM (Scienze Tecnologia Ingegneria e Matematica). In questo momento storico non siamo presenti come dovremmo. Oggi ci sono tante donne che hanno un ruolo chiave in queste discipline che sono alla base dell’innovazione e del cambiamento”.