CGIL: Lattuada, scegliere assieme le priorità della Lombardia, si a Landini segretario generale (1)

Milano – Elena Lattuada, segretario regionale della Cgil Lombardia, ha aperto, con la sua relazione, i lavori del XII congresso dell’organizzazione sindacale più rappresentativa del Paese. Tanti i temi, nazionali e locali, senza eludere quelli interni al sindacato stesso. “Siamo in una Regione – ha precisato subito Lattuada – che, a differenza di altre, ha più opportunità di misurarsi con i temi dell’innovazione, anche se è necessario sottrarsi alla facile retorica che di per sé l’innovazione produce effetti positivi o distruttivi del lavoro stesso”. Una regione e una città dinamiche, in grado di offrire molte opportunità, “Non siamo quelli che pensano di ritornare al “posto fisso per l’intera vita”, ma quelli che continuano a contrattare, a pensare, a lottare, ad immaginare un mondo in cui il lavoro abbia la dignità che merita per la ricchezza che produce”, ha puntualizzato il segretario. “Per fare questo rivolgiamo un invito alle Associazioni d’impresa qui presenti e alle istituzioni di promuovere, insieme a CGIL CISL UIL – e penso di poter parlare anche a nome delle altre due confederazioni sindacali lombarde- un confronto mirato per scegliere le priorità di intervento e le modalità con cui determinare scelte ed accordi”.  “Non partiamo da zero: abbiamo un bagaglio importante di accordi con le controparti sia a livello nazionale che regionale/territoriale, abbiamo un potere di rappresentanza degli interessi e una conoscenza delle priorità di ognuno, che ci permette di poter rafforzare le interlocuzioni e costruire accordi. Ne individuiamo alcune, per titoli, che ovviamente dovranno trovare la condivisione necessaria: garantire che il sistema degli appalti, pubblici e privati, in questa regione abbia non solo il segno della legalità e della trasparenza, ma anche condizioni di lavoro stabili, sicure e rispettose dei contratti nazionali di lavoro. Un sistema di welfare che intervenga sui soggetti e sui bisogni non coperti con risposte pubbliche ed universali, quali la non autosufficienza e la copertura previdenziale per i periodi di discontinuità lavorativa, riorientando anche risorse del welfare contrattuale. Orientare risorse pubbliche ed investimenti privati per potenziare filiere della produzione dei servizi, per aggiornare le specializzazioni produttive esistenti generando anche così nuova occupazione e aumento del valore aggiunto”. Poi un argomento che è in cima all’agenda sindacale: “si aggiunge un capitolo drammatico: mai più morti sul lavoro! Lo ripetiamo tutti, ogni volta che succede un incidente, ma la cultura della sicurezza e morti zero, la si costruisce se tutti i soggetti, imprese-lavoratori-istituzioni, lavorano nella stessa direzione. La cultura della prevenzione non la si inventa, bisogna investire risorse pubbliche e private, bisogna riattrezzare le strutture preposte ai controlli, bisogna favorire la responsabilizzazione e la conoscenza degli addetti. Sarebbe importante che in questa Regione, con tutte le associazioni di impresa e con le organizzazioni sindacali, ci fosse non solo un segnale, ma atti e pratiche concrete per realizzare l’obiettivo”.