Sindacati Genova e Liguria: manifesto contro il decreto, le emergenze

Genova – Cgil Cisl Uil Genova e Liguria esprimono un giudizio fortemente negativo sul decreto Genova. Il provvedimento non tiene conto delle tante realtà produttive interessate dal crollo, per le quali non è prevista la cassa integrazione in deroga senza la quale non è possibile garantire il reddito di tante lavoratrici e lavoratori. Le risorse stanziate sono del tutto insufficienti a permettere la sopravvivenza dei settori più colpiti tra cui il Porto, il comparto dell’autotrasporto e tutte le aziende produttive e di servizi. Senza dimenticare i tantissimi esercizi commerciali danneggiati da una viabilità compromessa che investe l’intera città. Inoltre, per le reali necessità di Genova, non sono sufficienti le assunzioni del personale previste dal decreto, mentre le procedure per la demolizione e la ricostruzione sono farraginose e non consentono tempi rapidi necessari al ripristino della normalità. Per queste ragioni le organizzazioni sindacali intendono lanciare un Manifesto della città già nei prossimi giorni. Cgil, Cisl Uil Genova e Liguria ritengono fondamentale il coinvolgimento di tutte le componenti della società a partire dal mondo del lavoro, per ribadire – a gran voce – che occorre un deciso cambio di passo per rispondere alle reali esigenze della città. Al momento, dal decreto Genova, i sindacati non ravvisano adeguate soluzioni. Occorre evitare la crisi dei grandi gruppi. “La crisi di Astaldi rischia di mettere al tappeto un comparto strategico per il Paese, quello delle grandi infrastrutture” è l’allarme che lanciano Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea e Vincenzo Colla, segretario nazionale Cgil con delega alle infrastrutture.  “Oltre ad esprimere preoccupazione per il futuro di migliaia di lavoratori del gruppo Astaldi e dopo aver più volte evidenziato anche in queste ore quanto sta succedendo nel settore delle grandi opere, è evidente che il combinato disposto dell’incertezza sulle risorse di Connettere l’Italia e la crisi, soprattutto di liquidità, dei pochi grandi players rimasti, rischiano di bloccare centinaia di cantieri e di fatto l’intero Paese” proseguono Genovesi e Colla, chiedendo “un tavolo strategico che metta insieme strumenti finanziari anche straordinari, politiche industriali mirate e strategie di lungo periodo per evitare che le grandi opere si fermino. E’ il momento che questo tavolo si apra e si apra a Palazzo Chigi. Il sindacato farà di tutto affinché il Paese non subisca questo colpo micidiale che ne pregiudicherà per molti anni competitività e tenuta sociale”.