Sangalli (Confcommercio): 3 obiettivi, conti in ordine, Iva, riforme

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Sangalli (Confcommercio): 3 obiettivi, conti in ordine, Iva, riforme

Roma – Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, intervenendo al Convegno “Meno tasse per crescere” che a Roma, con la partecipazione del ministro dell’Economia Giovanni Tria, ha detto: Il primo punto che desidero sottolineare è la condivisione della linea di lavoro che hai più volte ribadito e che mi sembra possa essere riassunta nella sintesi necessaria tra le misure per la crescita economica ed il rispetto delle regole e del miglioramento della finanza pubblica”. “E’ una sintesi necessaria – ha aggiunto Sangalli – perché, da un lato si stanno indebolendo tanto il commercio internazionale, quanto il ritmo di crescita dei consumi interni e dell’economia italiana nel suo complesso. E, dall’altro lato, gli andamenti dello spread ed il loro impatto sui conti pubblici e sul sistema bancario ci ricordano costantemente l’importanza di politiche di bilancio equilibrate in un Paese in cui il rapporto tra debito pubblico e Pil supera il 130 per cento”. Secondo il presidente di Confcommercio la parola d’ordine è “equilibrio”: un termine caro al Professor Tria che da tempo sostiene che una politica economica equilibrata deve essere coerente con obiettivi di interesse generale ed efficace”. “Una politica di bilancio che deve affrontare una triplice sfida: conti pubblici in ordine; disinnesco delle clausole di salvaguardia; avvio delle principali riforme economiche e sociali poste a base del programma di Governo”. “E’ noto –  ha ricordato Sangalli – il rilievo che attribuiamo alla decisione di scongiurare, il prossimo anno, un incremento dell’IVA di due punti. In uno scenario di già debole andamento dei consumi si produrrebbe un vero e proprio effetto “gelata” con un conseguente impatto sul prodotto nel suo complesso”. “D’altra parte – ha osservato il presidente – non condivideremmo neppure ipotesi di scambio tra incrementi selettivi di imposte indirette e riduzione di imposte dirette. Sono 3 errori e 2 autogol. Tre errori perché: primo, lo scambio tra più IVA e meno IRPEF non riduce la pressione fiscale complessiva; secondo, perché l’aumento dell’IVA colpisce i livelli di reddito più bassi; terzo errore, perché l’aumento dell’IVA incide sulla domanda interna in una fase di rallentamento della crescita complessiva del Paese.  Insomma, con gli aumenti dell’IVA ci faremmo due autogol, a danno della crescita, a danno dell’equità sociale. Lo ripeto, l’abbiamo detto in Assemblea: sull’IVA non si tratta e non si baratta”. Sangalli ha poi ricordato che in un Paese con un livello di pressione fiscale ancora superiore al 42% il processo di progressiva riduzione delle aliquote vada perseguito con determinazione, a vantaggio dei contribuenti in regola. “La complessità del sistema fiscale incide fortemente sul costo degli adempimenti amministrativi che, nel nostro Paese, è complessivamente stimato in circa 28 miliardi di euro. Anche qui, nessuna “bacchetta magica”. Nessuna “bacchetta magica”, ma un buon “cacciavite” e qualche solido principio. Noi di solito ne citiamo tre: testi unici, ordinamento stabile, rispetto dello Statuto del contribuente”.