Artigiani: in 5 anni boom a Milano città (+5%), calano nell’area metropolitana

Milano – Impennata di imprese artigiane a Milano in cinque anni, secondo dati raccolti ed elaborati dall’Unione Artigiani di Milano. L’artigianato del capoluogo conta oggi 22.458 aziende artigiane individuali, in crescita del +5% nel quinquennio 2012-2017, che risultano composte per il 41% da titolari di origine straniera (84% uomini, 16% donne) e per il 59% da italiani (80% uomini, 20% donne). Nel 2012 il rapporto era 30-70. Maggiore presenza artigiana a nord della città dove sono insediate il 48% delle ditte, meno a sud (33%) e in centro (18%). In particolare, nelle zone 8 e 9 gli artigiani risultano il 26% del totale, seguite dalle zone 2 e 3 (22%), da zona 1 (18%), da zona 6 e 7 (17%) e in ultimo dalle zone 4 e 5 (16%). Ben il 21% degli artigiani milanesi sono oggi di origine africana, 4.731, seguiti a larga distanza da asiatici (8%, 1.676), europei (6%, 1.521) e sudamericani (5%, 1.242). Tra i settori maggiormente rappresentati figura l’edilizia con 6.373 realtà (28% del totale), seguita da trasporti (2.926, 13%) e cura della persona (2.120, 9%). Con riguardo ai comparti artigiani con maggiore presenza straniera, spiccano i servizi di pulizia (76% di artigiani stranieri) e l’edilizia (72%). Cinquanta a cinquanta per il settore alimentare, mentre nel tessile-abbigliamento (47%) i titolari di origine straniera tallonano gli italiani. Nettissima supremazia italiana nel settore auto, moto e cicli (94%), nei trasporti (88%), nell’artistico tradizionale e nell’impiantistica (87%). Incidenza di artigiani di origine straniera maggiore nelle zone nord-ovest di Milano (28%) e nord-est (26%), minore in assoluto in centro (12%). A sud-ovest 16%; a sud-est 18%. “La vivacità economico-produttiva di Milano – rimarca Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani di Milano – risulta chiara da questi dati, che evidenziano come sia soprattutto l’area a nord a presentare uno sviluppo particolarmente positivo che potrebbe fungere da volano per la limitrofa Brianza e, più in generale, per l’intera regione. Un contesto in cui anche l’artigianato si segnala pimpante e che induce a un cauto ottimismo per il futuro prossimo.” “In particolare la fotografia scattata alle realtà artigiane di origine straniera – osserva Accornero – deve essere vista come un esempio positivo di integrazione regolare nel rispetto della legalità: dal permesso di soggiorno all’osservanza delle norme che disciplinano le attività produttive e i singoli settori. Così inserita, l’imprenditoria straniera rappresenta una possibile risorsa per il futuro dell’artigianato milanese.”

Più complessa la situazione dell’intera Area metropolitana, dove nel quinquennio 2012-2017 gli artigiani calano del 2%. Le attuali 33.968 aziende artigiane (esclusa Milano città) sono composte per il 75% da titolari italiani (84% uomini, 16% donne) e per il restante 25% da imprenditori di origine straniera (87% uomini, 13% donne). Gli 8.475 artigiani stranieri risultano per il 38% europei (3.260); per il 35% (3.038) di provenienza africana; per il 13% asiatici (1.147); per l’11% sudamericani (929). Quote residuali per i nordamericani (95) e per gli australiani (6). L’area Adda-Martesana conta il 18% di imprese artigiane totali, comuni che vanno da Segrate e Cassano d’Adda e da Trezzo a Settala, pari a 6.124 unità. Segue il nord-ovest (17%, 5.887 ditte) con i comuni compresi tra Solaro e Settimo e tra Pogliano e Bollate. Milano nord (Paderno, Comano, Cusano, Bresso, Cinisello e Sesto S. Giovanni) segue a ruota con 5.462 imprese (16%). Un po’ più distante l’Alto milanese (comuni da Rescaldina a Bernate Ticino e da Nerviano a Nosate) con 4.867 aziende pari al 14%, il Sud-ovest (13%, 4.583) e il Magentino- Abbiatense (4.174, 12%). In coda a parecchia distanza dalle altre zone, l’area sud-est (comuni che vanno da Peschiera Borromeo a San Zenone al Lambro e da S.Giuliano Milanese a Paullo) con solo 2.871 aziende (8%). Tra le attività maggiormente praticate è ancora l’edilizia a primeggiare anche nell’Area metropolitana, con 6.373 ditte (28% del totale), di cui 4.608, il 72%, guidate da uno straniero. Seguono i trasporti (2.926 realtà, il 13% del totale), ma a netta prevalenza italiana (88%) e cura della persona (2.120 imprese tra estetisti ea acconciatori, il 9% sul totale, di cui il 21% con titolare straniero). Con riguardo al genere, le donne superano i maschi nei settori della cura della persona (61% ditte in rosa) etessile abbigliamento (55%).