Sgombero ex Alitalia, Cgil e Sunia: “Preoccupati per modalità e conseguenze”

Milano – “Cgil Lombardia, Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, Sunia Lombardia e Milano esprimono forte preoccupazione per le modalità e le conseguenze dello sgombero delle 184 persone – (57 famiglie con 84 minori) dal palazzo occupato ex Alitalia, a Sesto San Giovanni”. È quanto si legge in una nota congiunta diffusa il 5 settembre, all’indomani dello sgombero dell’edificio occupato a Sesto San Giovanni, ex sede di Alitalia. “Un fatto discutibile per come è stato eseguito l’intervento e per il rischio di tensioni sociali che ne potrebbero derivare – proseguono le sigle – Temiamo che episodi simili si possano ripetere e diffondere anche grazie al supporto della recente circolare di Salvini sulle occupazioni abusive. Il rispetto delle regole e della legalità sono per noi un elemento imprescindibile. Ribadiamo, però, che interventi attuati senza aver previsto soluzioni, effettivamente praticabili, soprattutto per le fragilità, acuiscano l’emergenza abitativa e il disagio sociale”. “Emergenza e disagio che -Secondo Cgil, Camera del Lavoro Metropolitana di Milano e Sunia – oltre che sui cittadini, ricadono anche sui Comuni. In questo caso, sul Comune di Milano che è impegnato positivamente per trovare soluzioni, affinché queste famiglie non rimangano per strada. È necessario che tutte le Istituzioni, a partire dal Governo e dalle Regioni, adottino un piano straordinario per l’edilizia sociale, adeguatamente finanziato, per dare soluzioni concrete al disagio abitativo. Siamo ancora in attesa che l’attuale Governo dica come vuole affrontare l’emergenza abitativa in questo Paese. Come sindacato abbiamo presentato, in diverse occasioni, al Governo e a Regione Lombardia proposte praticabili per affrontare congiuntamente il problema abitativo. Tra le altre, la proposta di favorire tutte le condizioni – incentivi, agevolazioni fiscali…- affinché gli immobili privati non utilizzati possano essere riconvertiti per rispondere alle esigenze abitative sociali”.