Dl Dignità, Cgil: nome inopportuno, condivisibili alcuni obiettivi contraddetti nei fatti

Roma – “Un titolo impegnativo ma francamente inopportuno”. Così Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil, commenta il Decreto dignità appena approvato al Senato. “Si era partiti con un obiettivo affatto scontato, mettere al centro dell’intervento la dignità del lavoro contrastando la precarietà, ma si è risolto in un intervento che contraddice nei fatti quel titolo ambizioso e importante, a partire dalla reintroduzione dei voucher. Si continua a inseguire – prosegue la dirigente della Cgil -, la logica del lavoro mordi e fuggi, poco retribuito e dequalificato, che svilisce competenze e professionalità”. “Mentre i dati sul lavoro, sulla situazione economica delle famiglie e la cronaca ci ricordano ogni giorno che il nostro Paese ha bisogno di lavoro buono con diritti e tutele, oggi si vara un provvedimento che somma questioni molto differenti in modo disorganico, con interventi parziali che non porteranno benefici se non sostenuti da un intervento serio e generale di contrasto alla precarietà”. “Un’occasione persa per dare risposte alla parte di Paese che aveva avuto fiducia nel cambiamento”.