Milano – Salvaguardare i servizi al cittadino, tutelare i posti di lavoro, anche dei dipendenti non pubblici, e valorizzare il ruolo delle Province: sono gli obiettivi del Progetto di Legge n. 7, di modifica alla legge regionale 28 settembre n.22 ‘Il mercato del lavoro in Lombardia’, approvato oggi dopo la discussione in Consiglio regionale. Il provvedimento ha il fine di mettere ordine nel posizionamento e nel ruolo dei Centri per l’Impiego lombardi, dopo la bocciatura del referendum costituzionale nel 2016, che di fatto ha bloccato la legge Delrio, secondo la quale le Province avrebbero cessato di esistere. “Questo PDL attua l’indirizzo del governo del presidente Fontana, il cui programma prevede la restituzione di ruoli e dignita’ alle Province”, ha dichiarato l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Melania Rizzoli. Il progetto di legge prende le mosse da una realta’ frastagliata: il personale dei Centri per l’impiego in tutta la Regione e’ di oltre 750 lavoratori a tempo indeterminato, di cui 519 sono dipendenti pubblici distribuiti in 63 sedi territoriali. In 10 Province, i CPI sono uffici dell’amministrazione provinciale; Citta’ metropolitana di Milano e Provincia di Monza e Brianza hanno dato vita ad Aziende Speciali per formazione, orientamento e lavoro (AFOL) che lavorano tramite contratti di servizio e il cui personale per il 70 per cento non e’ dipendente pubblico, e quindi non trasferibile in Regione. A questa situazione, cosi’ articolata, si aggiunge la forte presenza di operatori privati. “Questa complessita’ ha reso necessario definire un modello – che parte dalla Legge 205/2017, la quale prevede la regionalizzazione dei CPI – che ottimizzi la possibilita’ di fornire i migliori servizi e che non escluda nessuno dei lavoratori impiegati attualmente, in particolare i dipendenti non pubblici, che erano a rischio. Ed e’ stato possibile grazie al confronto con Province e parti sociali avvenuto in Commissione per le Politiche del lavoro e in IV Commissione”, ha continuato l’assessore Rizzoli. “Per armonizzare la qualita’ dei servizi e la salvaguardia del lavoro, il nostro modello prevede che Citta’ Metropolitana e Province continuino a gestire i CPI, sotto l’egida della Regione, che finanziera’ gli oneri di funzionamento e le spese del personale; le AFOL continueranno a operare secondo i contratti di servizio con le rispettive amministrazioni, sempre sotto il coordinamento regionale. E’ l’esatta applicazione dell’art. 118 della Costituzione, secondo il quale la Regione ha facolta’ di gestire le proprie competenze secondo principi di adeguatezza, differenziazione e sussidiarieta’”. L’assessore Rizzoli ha poi concluso sottolineando la necessita’ di potenziare i CPI lombardi: “La Regione si muovera’ su tre linee: la formazione specialistica, secondo un percorso gia’ attivo, che sta coinvolgendo 120 dipendenti; l’affiancamento dei centri in maggiore difficolta’ da parte di Anpal-servizi (societa’ di Anpal e del Ministero del lavoro); il Piano di rafforzamento dei Centri, previsto dal Programma operativo nazionale, finalizzato a integrare l’organico con personale a tempo determinato, per le attivita’ ordinarie e per l’attuazione del Reddito di Inclusione”.