Pubblica Amministrazione: Sorrentino (Fp Cgil) a Bongiorno, ministro o sceriffo?

Roma – “Ministro o sceriffo? Lanciamo una sfida al ministro: faccia un giro per gli uffici pubblici e dopo che è stata in un pronto soccorso, in un asilo comunale, in una centrale operativa dei Vigili del Fuoco, ad uno sportello dell’Inps o a seguito di un ispettore del ministero del Lavoro in un cantiere o di un notificatore dell’Agenzia delle Entrate, ne riparliamo”. Così la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, ha stigmatizzato le parole della neo ministra alla Pa, Giulia Bongiorno, aggiungendo che: “Sembra che il ministro abbia una qualche incertezza sui processi che deve governare e la spari grossa per colpire l’opinione pubblica”. La riforma della valutazione della performance individuale e collettiva, aggiunge la dirigente sindacale, “quella che il ministro chiama lotta ai raccomandati, c’è già stata qualche mese fa e a lei tocca attuarla, vale per dirigenti e dipendenti e prevede già il coinvolgimento dei cittadini. Quanto all’identificazione biometrica e ai blitz, consiglierei al Ministro di rendersi prima conto di quali sono i problemi che incidono sull’efficacia della Pa, che sono il sotto organico, le poche risorse, l’assenza di formazione e aggiornamento e di mezzi adeguati”. “Siamo tutti interessati a colpire i furbetti e chi non fa appieno il proprio lavoro – continua Sorrentino -, ma sono una sparuta minoranza e dietro questa retorica di colpire chi lavora, generalizzando alcuni aspetti patologici, si offende la dignità di chi ogni giorno svolge il suo lavoro con onestà e dedizione per la collettività, sottopagato e con carichi di lavoro insopportabili. Nei contratti appena rinnovati abbiamo inserito norme di contrasto all’assenteismo ingiustificato e di premialità del particolare apporto individuale dei lavoratori”. “Nella prima intervista del ministro non c’è alcun riferimento ai contratti di lavoro né alle stabilizzazioni né alle politiche occupazionali. Non c’è alcun riferimento all’innovazione e agli investimenti. Oltre l’agente provocatore abbiamo Ministri provocatori, se la filosofia sarà meno controlli di legalità, come per le intercettazioni e gli appalti, e solo accanimento nei confronti dei lavoratori, siamo ad un ritorno all’antico, tutto già visto e fallito. Più che cambiamento si annuncia restaurazione”.