Milano – È stato presentato oggi a Palazzo Marino, Sala Alessi, dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e dal presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, l’Osservatorio Milano 2018 (www.osservatoriomilanoscoreboard.it), che attraverso 221 indicatori misura l’attrattività e la competitività di Milano nel confronto con i principali benchmark internazionali. Il rapporto, giunto alla sua seconda edizione, nasce dal confronto e dalla sintesi dei principali uffici studi ed esperti del territorio milanese, che hanno integrato conoscenze e competenze complementari per costruire una base numerica della città. Tra le novità di quest’anno, l’estensione del confronto a livello globale in termini di attrattività e reputazione. Nella comparazione allargata Milano appare ben posizionata, in virtù di un ruolo essenzialmente economico-produttivo. Il capoluogo lombardo, infatti, evidenzia interessanti similitudini con Chicago, Barcellona e Monaco: tutti poli economici, a spiccata vocazione internazionale e senza funzione di capitale politica. Abbiamo voluto anche confrontarci con i top player a livello globale del calibro di New York e Londra per capire gli ambiti in cui Milano deve ancora crescere. Questo vale, ad esempio, per l’attrazione di turisti (capitalizzando su Expo, nel 2016 Milano raggiunge 2,2 turisti per abitante, ma è ben lontana dagli 8,8 di Berlino) ma anche di multinazionali (36 progetti greenfield di imprese estere a Milano nel 2016 contro i 384 a Londra). Per altri ambiti Milano mostra, invece, una maggiore prossimità alla media globale, come nel caso dell’attrazione di talenti (33esima città universitaria al mondo secondo QS), ma anche della reputazione delle imprese e della partecipazione ai circuiti economici internazionali (12esima città globale secondo il ranking di Peter Taylor). Inoltre, rispetto all’anno scorso, Milano consolida la propria attrattività e, unica tra i benchmark omogenei europei (Barcellona, Monaco, Lione e Stoccarda), vede aumentare la propria reputazione complessiva. Dall’Osservatorio emerge poi che Milano è tra le prime cinque aree urbane in Europa in ognuna delle vocazioni identificate come prioritarie a livello internazionale e a elevato potenziale di crescita: scienze della vita, agroalimentare, manifattura 4.0, arte cultura e design, finanza. Per le attività legate a moda, design e creatività, Milano, per esempio, supera sia Madrid sia Barcellona sia Berlino. Inoltre, emergono segnali di un possibile cambiamento di tendenza in direzione di un maggior ruolo di Milano come piazza finanziaria. Un ulteriore ambito di grande competitività è quello delle scienze della vita, una filiera forte nel confronto europeo, in crescita e con elevate prospettive e potenzialità. Del resto, il fermento percepito nell’edizione dello scorso anno trova ora piena conferma nei numeri della crescita economica: a fine 2017 il Pil milanese si posiziona sopra i livelli del 2008 del +3,1%, a fronte di una Italia ancora sotto del -4,5%.