Riders: Stanzione (Filt Cgil), pronti al confronto con le aziende, senza ricatti però

Milano – Manco a farlo apposta hanno tutte e tre 31 anni: sono il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, l’ad di Foodora, Gianluca Cocco, il segretario milanese della Filt Cgil, Luca Stanzione. E dovrebbero parlare la stessa lingua, quella dei riders. Dopo l’incontro tra Di Maio e le aziende della Gig economy (Foodora compresa), Stanzione, che con la Filt Cgil ha lanciato una campagna per tutelare i fattorini del cibo, spiega “alle aziende diciamo che se bastano 20 righe di intervista per far fare marcia indietro al ministro del Lavoro rischiamo di essere alle prese con un governo più incerto di ciò che appare. La proposta della Cgil da fare alle imprese è articolata e fa riferimento a contratti nazionali già applicati anche a riders. Per esempio il contratto nazionale del trasporto merci già applicato da Dhl e dalla filiera di Cortile”. “Se il ministro ci convocherà faremo queste proposte”, spiega il sindacalista della Filt, che prosegue “ho letto che il ministro mette in dubbio la capacità di rappresentanza del sindacalismo confederale. È da tempo che Cgil, Cisl e Uil, d’intesa con Confindustria, hanno una proposta condivisa di misurazione della rappresentatività. Il problema della rappresentanza di questi lavoratori riguarda il lavoro della Gig economy nel mondo occidentale”. E sull’atteggiamento delle imprese “l’economia è agile ma offre importanti profitti. I dati del Sole 24 Ore sono illuminanti, a novembre 207 dicono che i due principali attori, Foodora e Deliveroo vedono il proprio fatturato incrementare in un anno fino al 600%. E poi se un amministratore delegato di 31 anni, come prima risposta alla richiesta di cittadinanza dei lavoratori, risponde che delocalizza, usa minacce vecchie per lavori nuovi. Riescono a delocalizzare le produzioni ma in questo caso non possono portare all’estero le case di chi acquista sulle piattaforme digitali”, conclude Stanzione.