Lombardia e Iran, un business da 1,3 miliardi, +64,7%

Lombardia e Iran: un interscambio da 1,3 miliardi di euro nel 2017, oltre un quarto del totale italiano (26,4%) e in forte crescita rispetto al 2016, +64,7%. E se l’export raggiunge i 711 milioni circa e cresce del 12,5%, l’import fa un balzo del +181,8% passando da 252 a 711 milioni in un anno soprattutto a causa delle importazioni di petrolio e gas naturale che si concentrano a Pavia (641 milioni circa). L’Iran è infatti il secondo Paese di provenienza di petrolio e gas naturale per la Lombardia dopo la Russia con una crescita esponenziale nel 2017 del +964%. Nell’export invece prima Milano con 291 milioni (+27,6%) seguita da Bergamo con 73 e da Monza Brianza con 72 milioni. Tra i prodotti lombardi più esportati i macchinari con 344 milioni, +18% e le sostanze chimiche, +37%. Seguono i metalli e gli apparecchi elettrici con 43 milioni di euro. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Istat, anni 2017 e 2016. Italia e Iran, gli scambi superano i 5 miliardi. In particolare grazie all’import che passa da 1 a 3 miliardi (+221%) mentre l’export arriva a 1,7 miliardi (+12,5%). E se la Lombardia concentra il 36,7% delle esportazioni nazionali, seguita da Emilia Romagna (17,8%) e Veneto (11,7%), per import sono Sicilia (29,8%) e Sardegna (26,7%) a detenere il primato delle importazioni che riguardano soprattutto gas naturale e petrolio. L’Iran è infatti al quarto posto tra i Paesi da cui l’Italia importa di più petrolio greggio e gas naturale dopo Russia, Azerbaigian e Algeria, ma è anche quello che è cresciuto di più passando dai 695 milioni di euro del 2016 ai 3 miliardi circa del 2017, +330,4%. “Negli ultimi 3 anni Promos ha supportato il processo di internazionalizzazione in Iran di oltre 300 aziende lombarde – ha dichiarato Sergio Rossi, Direttore di Promos, Azienda Speciale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi – Le imprese lombarde hanno saputo conquistare un’ottima fetta di mercato, in particolare in alcuni settori chiave, oltre all’Oil&gas, meccanica strumentale, beni di consumo, infrastrutture e costruzioni. In base agli ultimi sviluppi – prosegue Rossi – c’è la concreta possibilità che in futuro, oltre alla già complessa questione legata alle transazioni finanziarie, si generino ulteriori complicazioni per il business delle nostre imprese”.