A2A: titolo ai massimi storici, intorno a quota 1,60

Milano – Titolo ai massimi storici, intorno a quota 1,60 e tanto ottimismo in A2A, per l’annuale assemblea degli azionisti. I numeri sono tutti là da vedere: +16 per cento nei ricavi, +10 per cento di MOL normalizzato, +26 per cento di utile netto, +10 per cento di utile netto normalizzato. Insomma, i tempi del crollo del titolo dai 3,86 euro della fusione agli 0,33 centesimi della gestione Ravanelli (oggi in F2i), sembrano ampiamente sorpassati. Così come sorpassata è pure la questione del Montenegro, su cui Affaritaliani.it Milano aveva ampiamente scritto. A2A, come aveva preannunciato nel 2017, ha quasi completato l’uscita dal Montenegro, dove A2A era entrata proprio per volontà dell’allora direttore generale Ravanelli su impulso del governo. “Non è nei piani di A2A riconsiderare questa decisione (di uscire, ndr) – è stato spiegato all’assemblea degli azionisti – Inoltre le partite di debito/creditorie tra EPCG e KAP sono state saldate sin dal 2015 e A2A non ha proposto alcun ricorso contro il governo del Montenegro, né negli USA né altro, e non si hanno informazioni circa eventuali sifatti ricorsi di terzi”. Archiviato il Montenegro, A2A continua a puntare sull’economia circolare, sulla decarbonizzazione, sulla smartness nelle reti e nei servizi e sulla people innovation. Rispetto a quest’ultimo capitolo la traduzione è “contribuire attivamente al benessere delle comunità e al miglioramento delle condizioni di lavoro”. Il presidente Valotti ha sottolineato la riduzione del 25 per cento rispetto alla media 2013-2015 dell’indice infortunistico ponderato. Dal 2015 al 2017, a livello finanziario, il dividendo è passato da 0,041 ad azione a 0,0578 ad azione. Per quanto riguarda gli investimenti ambientali, A2A ha investito 13,1 milioni di euro sulla riduzione delle emissioni, 30,3 sull’efficienza energetica, 26,1 sulle fonti rinnovabili e 8,6 sull’innovazione.