Omicidi bianchi: Fp Cgil, grave primato Lombardia

Milano – Un altro morto sul lavoro, un altro vigile del fuoco, questa volta a San Donato Milanese. Pinuccio La Vigna, 48 anni, era un volontario. Lavorava all’Agenzia delle Entrate-Direzione Regionale Lombardia. Era un lavoratore pubblico dentro e fuori dall’ufficio. Il suo decesso ha alzato il numero delle morti bianche in Italia nel 2018. L’Osservatorio Indipendente di Bologna, che da dieci anni monitora gli infortuni mortali, segnala 173 morti sui posti di lavoro dal 1° gennaio 2018 ad oggi. Il primato va a Lombardia e Veneto: in entrambe le regioni sono morte da inizio anno 21 persone. “Andrebbero chiamati omicidi bianchi – denuncia Natale Minchillo, segretario Fp Cgil Lombardia -. Non parliamo di fatalità, ma di disinteresse verso le condizioni in cui operano lavoratrici e lavoratori. Gli investimenti sono insufficienti, la formazione è spesso inadeguata, i turni e gli orari di lavoro non consentono il recupero della fatica fisica e della concentrazione”. Nella nostra regione è la provincia di Milano a contare il maggior numero di vittime del lavoro. Vito Romito, responsabile delle Funzioni Centrali per la Fp Cgil Milano, dichiara: “E’ stato attivato un tavolo in Prefettura anche su pressione della Cgil. Monitoreremo i lavori. Intanto oggi si osserva un minuto di silenzio in tutte le Agenzie delle Entrate del paese. Ci uniamo al cordoglio delle lavoratrici e dei lavoratori e con loro vogliamo ricordare il collega tragicamente morto. I lavoratori dei servizi pubblici dimostrano il loro impegno sempre, nonostante le difficoltà e i tagli alle risorse. I servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro vanno potenziati”. Massimo Ferrari, vigile del fuoco e coordinatore Fp Cgil Lombardia, afferma: “Noi non siamo eroi, siamo lavoratori che fanno un lavoro pericoloso. Chiediamo solo di poter lavorare in sicurezza, che significa lavorare con le attrezzature migliori possibili e aumentando il personale in servizio”. Anche Michele Giacalone, coordinatore Fp Cgil dei vigili del fuoco di Milano, ribadisce l’urgenza di assumere personale. Giacalone sottolinea: “La morte di Pinuccio la Vigna è legata all’imprevisto. In questo caso specifico non ci sono state imperizie ed erano state avviate tutte le procedure di sicurezza. Resta aperto il problema della gravissima carenza d’organico, che ci costringe a lavorare sotto stress, nell’esercizio di un mestiere delicatissimo”.