Consumi, Coldiretti/Ixè: 4 italiani su 10 fanno “la cosa giusta” (2)

Milano – Valori – sottolinea Coldiretti – che spesso mancano ai prodotti importati dall’estero visto che quasi 1 su 5 non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori vigenti nel nostro Paese e sono spesso il frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani. E tutto questo accade nell’indifferenza delle Istituzioni nazionali ed europee che anzi spesso – denuncia la Coldiretti – alimentano di fatto il commercio dei frutti dello sfruttamento con agevolazioni o accordi privilegiati per gli scambi che avvantaggiano solo le multinazionali. Un problema che riguarda una vasta gamma di prodotti: dal riso asiatico ottenuto con lo sfruttamento della minoranza Rohingya alle conserve di pomodoro cinesi realizzate con il lavoro dei detenuti fino all’Argentina che è nella lista nera del dipartimento di Stato americano per lo sfruttamento del lavoro minorile nelle coltivazioni di aglio, uva, olive, fragole e pomodori. “Non è accettabile che alle importazioni sia consentito di aggirare le norme previste in Italia ed è necessario, invece, che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore a sostegno di un vero commercio equo e solidale” conclude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.