Arexpo: parte l’Officina dell’Impatto Sociale e Ambientale (2)

Milano – “Oggi abbiamo avuto conferma che la difficile scelta intrapresa da Fondazione Triulza di rimanere sul sito dopo la fine di Expo è stata la cosa giusta da fare. Creare momenti di confronto tra persone e realtà molto diverse tra di loro è un approccio innovativo e fondamentale per portare al centro del progetto di sviluppo del Parco l’impatto sociale e ambientale, questo è il dovere della società civile organizzata. Siamo certi di avere intrapreso il percorso giusto perché la pluralità e la coralità sono per noi garanzia di condivisione di nuovi modelli di sviluppo tesi alla costruzione di un mondo più equo, giusto e sostenibile”, ha dichiarato Massimo Minelli Presidente di Fondazione Triulza. “Questa è la missione dell’Officina dell’Impatto Sociale e Ambientale che nasce in Cascina Triulza per contribuire a rendere il nuovo Parco della Scienza un ecosistema unico e distintivo a livello internazionale – ha sottolineato Minelli- Da oggi siamo tutti coinvolti nel dare vita ad iniziative e progetti che possano segnare una tappa importante per lo sviluppo sostenibile in questa area e quindi nel contesto della nostra contemporaneità. Per questo sarà nostro interesse curare che questo processo di partecipazione continui in modo proficuo ed efficiente”. “Il nostro Paese soffre di un deficit di innovazione sociale nel settore del welfare, delle politiche culturali e ambientali e sta oggi pagando gli effetti di anni di tagli di risorse pubbliche – ha spiegato Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo – Il Terzo Settore è visibilmente cresciuto, maturato. Lo chiamiamo “Terzo Settore Evoluto” ed è pronto al salto di qualità. Spesso sta facendo supplenza allo Stato, il che non è giusto; ma può ricoprire ancora di più quel ruolo di Terzo Pilastro dell’economia del nostro Paese, a fianco del Pubblico e del Privato. Ha però bisogno di un ulteriore passo in avanti, che si può fare con formazione adeguata e sostegno economico, anche sotto forma di capitale paziente. Servono idee, coraggio, visione innovativa e nuove competenze”.