Roma – “Il primo problema che abbiamo è quello di cambiare rapidamente la nostra pratica contrattuale. Dobbiamo trovare il momento in cui studio e conoscenza si traducono in atti”. Lo ha detto ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, chiudendo l’iniziativa “Nuovo modello di sviluppo ed innovazione: quali politiche industriali? Quale azione sindacale” organizzata a Roma dalla Cgil. “Occorre un’agenzia pubblica – ha detto Camusso – che sia il luogo da cui governare gli incentivi e decidere quale tipo di tecnologia. Possiamo indirizzare l’innovazione, e porci anche il tema dei confini e dei limiti della tecnologia. La relazione – si chiede – è tra umani o tra umani e algoritmi? Io dico tra umani. E non cancello gli algoritmi, ma costruisco un algoritmo in cui le variabili umane siano presenti”. Ad esempio i turni di un lavoratore, seppure gestiti da una piattaforma digitale, devono essere compatibili con le norme contrattuali, a prescindere dalla condizione di lavoro subordinato o a tempo e flessibile. “Le regole del contratto le devi mettere nell’algoritmo”, scandisce Camusso, e “devi anche proteggere la privacy delle persone”. L’idea che la tecnologia sia inevitabile e ‘data’ è da “contrastare”. “Noi ci iscriviamo tra quelli che dicono che la tecnologia si può governare: le sue direzioni e la sua ricaduta”.