Fondazione Cariplo: una storia con radici profonde (1816) (2)

Milano “Penso alle famiglie che cercano casa – prosegue Guzzetti – alle periferie e al loro grande potenziale di rigenerazione, delle relazioni oltre che delle infrastrutture. La cultura: questo è l’anno del Patrimonio Culturale Europeo, quanto abbiamo fatto per valorizzare il nostro patrimonio e quanto ancora abbiamo da fare; non sarà mai finita, perché il nostro patrimonio non è fatto solo di monumenti ed opere d’arte, ma di individui, donne, uomini, ragazzi, bambini e anziani che come patrimonio più importante hanno quello di sentirsi parte e partecipi di un processo di cittadinanza che ormai va oltre i confini nazionali. Educazione e cittadinanza: due parole chiave anche per la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale. Penso alle persone che vivono ai margini, e che solo le comunità vive possono tenere ancorate alla vita. Penso agli anziani. Saranno, anzi dico saremo, sempre di più; ma anche in questo caso non dobbiamo avere paura: le comunità e la ricerca scientifica, oltre che la programmazione nelle politiche sociali, sono in grado di far trascorrere la vecchiaia in modo dignitoso, perfino utile. Gli anziani, ma più in generale tutte le persone, vanno viste come risorse. Se le vediamo come un problema non possiamo guardare avanti, ma nemmeno indietro.  Guardare costantemente al quotidiano, vivendo alla giornata, e non avere prospettive, in ogni campo, è la cosa peggiore. Situazioni molto simili a quel contesto di oltre 200 anni fa, in cui muoveva i primi passi la Commissione centrale di beneficenza, che raccoglieva fondi per aiutare la popolazione bisognosa. Ricordare la storia da un lato significa che i problemi sono ricorrenti, dall’altro che c’è sempre stato chi se n’è fatto carico, c’è ancora e sempre ci sarà”.