Milano – Sempre più fornitori per miele e propoli e in crescita anche l’import da Paesi dell’est, Sudamerica e Cina. Sono 705 le imprese lombarde attive nella produzione di miele (+2% in nove mesi, + 22% in cinque anni), su un totale italiano di 5.318. In testa tra le province lombarde Brescia con 105 imprese, + 2% in nove mesi e + 12% in cinque, Bergamo (102, +5% e + 50%), Varese (92 imprese, +1%%), Sondrio (81, + 14% in cinque anni). Tra i territori lombardi che sono cresciuti maggiormente, Lodi (+18% in nove mesi) e Monza in cinque anni (+57%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi e di Coldiretti Lombardia sui dati registro imprese al 2017, 2016, 2012. “In Italia – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia e vice Presidente nazionale di Coldiretti – sono oltre un milione gli alveari sparsi nelle campagne e dei 45.000 apicoltori tra hobbisti e professionali con un fatturato stimato di 150 milioni di euro ma con un valore di più 2 miliardi di euro per l’attività di impollinazione alle coltivazioni. La produzione media per alveare, nelle aziende apistiche professionali è di circa 33,5 chili per alveare mentre la media nazionale generale si aggira intorno ai 17,5 chili per alveare. Per quanto riguarda la Lombardia, la nostra regione conta circa cinquemila “pastori delle api”, fra professionisti e hobbisti e oltre 143 mila alveari per una popolazione stimata di più di 4 miliardi di api. Si tratta di una tradizione antica, considerato che proprio a Milano nel 1871 si tenne il primo congresso degli apicoltori italiani”. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria: la parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della UE”, se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della UE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della UE”.