Lavoro: il boom della logistica light

Milano – “Potremmo chiamarla l’economia dell’ultimo miglio”, spiega una inchiesta pubblicata oggi dal Corriere Della Sera. “Sostenuta dal boom del commercio elettronico. Trascinata dalle applicazioni di cibo a domicilio. Amplificata dalla grande distribuzione che offre sempre più spesso il servizio di consegna della spesa. Sta facendo aumentare a dismisura la richiesta delle aziende di una serie di profili che investono la filiera della logistica: autisti, fattorini, mulettisti, magazzinieri. Non proprio professioni ad alto valore aggiunto, ma decisive per attenuare l’”insostenibile velocità dei pacchi” come l’ha definita Freight Leaders Council, la maggiore associazione di settore: traffico congestionato, zone ad accesso limitato nelle città, parcheggi inesistenti, carenza di portieri negli stabili, orari inconciliabili tra i destinatari della merce e l’attività dei corrieri. Se l’occupazione stenta a ripartire, nonostante la ripresa economica sia ormai conclamata, suona curioso ciò che sta accadendo a Deliveroo. Una delle principali aziende di food delivery riceve oltre 1.100 candidature alla settimana per aspiranti rider, nonostante le frequenti polemiche per i bassi salari e un difficile inquadramento contrattuale. Numeri in crescita anche per Uber Eats e Foodora. Una buona fetta di posti viene coperta dagli immigrati a caccia di lavoro. Un’altra viene soddisfatta da giovani al primo impiego e studenti. La restante da over 55 in cerca di ricollocazione e ancora lontani dall’età della pensione. Così si sta strutturando sempre più—in questo comparto — l’intermediazione delle agenzie per il lavoro come Adecco e Randstad. EWork ha appena segnalato sul proprio sito 200 posizioni aperte tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna di carrellisti e magazzinieri. Paghe comprese tra i 17 e i 23mila euro lordi all’anno”.  “Un recente studio del Politecnico di Milano segnala ora la crescita dei magazzini in città. Piccoli depositi—sperimentati con successo anche da Amazon e Ikea—che consentono di ridurre “sia la distanza rispetto ai punti di consegna, sia la dimensione minima per saturare il furgoncino predisposto per il servizio”.