Confcommercio: elezioni politiche, l’incontro coi partiti

Roma – In vista delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo, il Consiglio Generale di Confcommercio, riunito in seduta permanente e formato da circa 70 presidenti in rappresentanza delle 700mila imprese associate, dei territori e delle federazioni del sistema confederale, incontrerà martedì 13 e mercoledì 14 febbraio prossimi i leader dei principali partiti con l’obiettivo di proseguire e rafforzare il dialogo con le forze politiche e ascoltare le proposte, i programmi, le idee dei partiti che si candidano a guidare il Paese. Gli incontri inizieranno martedì 13 febbraio alle ore 9.30, con il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e alle 12 con il presidente di Liberi e uguali, Pietro Grasso; proseguiranno nel pomeriggio, alle ore 14.30, con Emma Bonino, leader di +Europa, alle ore 16 con il segretario federale della Lega, Matteo Salvini. Mercoledì 14 febbraio interverranno, alle 10, Beatrice Lorenzin, leader di Civica Popolare, alle 12 Raffaele Fitto, capo Politico di Noi con l’Italia–UDC, e alle 17.30 Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia. In materia fiscale l’associazione chiede l’eliminazione degli aumenti dell’Iva previsti per il 2019, un’eventualità che “avrebbe effetti catastrofici sui consumi delle famiglie e penalizzerebbe i livelli di reddito medio-bassi”; propone, inoltre, una riforma dell’Irpef che preveda poche aliquote ridotte e l’introduzione di una “no tax area”; la riduzione e la semplificazione della tassazione locale attraverso l’introduzione di un’unica imposta sugli immobili, la “local tax”, che sia totalmente deducibile per gli immobili strumentali delle imprese; tra le priorità, sempre in ambito fiscale, il riporto delle perdite per le imprese in contabilità semplificata che adottano il nuovo regime di cassa e la web tax per le multinazionali dell’e-commerce. In materia di lavoro, Confcommercio conferma la necessità di mantenere alcune importanti novità introdotte dal Jobs Act, come la flessibilità del lavoro, la riforma degli ammortizzatori e il bilanciamento delle politiche attive e passive, ma ritiene indispensabile proseguire nella riduzione strutturale del costo del lavoro e individuare uno strumento per il lavoro occasionale “in grado di colmare il vuoto generato dall’abolizione dei voucher che sia semplice e utilizzabile da tutte le imprese, non solo fino a 5 dipendenti”; rispetto al salario minimo per legge, Confcommercio esprime contrarietà e propone di fare riferimento alle retribuzioni stabilite dai contratti collettivi nazionali di categoria.