L’Italia sta diventando sempre di più un Paese che importa prodotti agricoli e materie prime che poi trasforma. E questo deve far riflettere sulla competitività della nostra agricoltura e sulla tenuta del made in Italy. Il presidente di Confagricoltura ha ribadito come gli agricoltori, nella loro attività, ci mettano impegno e passione, con il supporto della scienza che li aiuta nell’avere risposte; ha quindi proposto di creare una rete di ‘amici degli agricoltori italiani’ che, ognuno con le proprie competenze, aiutino, facendo squadra per creare sviluppo reale. “Deve aumentare la produttività ma anche la sostenibilità – ha detto il presidente di Confagricoltura -. La sfida è produrre di più ma con un minor impatto sull’ambiente; un obiettivo che si raggiunge accelerando sull’innovazione, sulle tecniche produttive che favoriscono l’uso mirato dei principi attivi. Solo un’agricoltura competitiva, che guarda lontano e che produce reddito, a cui si offrono più opportunità che vincoli, sarà in grado di assicurare un idoneo presidio del territorio e dell’ambiente”. Ha proseguito Giansanti: “I driver dell’innovazione sono: agricoltura di precisione; genetica; adattamento dell’agricoltura ai cambiamenti climatici; controllo delle infestanti e delle malattie delle piante; salute, benessere, nutraceutica; tecnologie dell’informazione, big data, digitalizzazione”. In questo quadro l’utilizzo razionale della chimica in agricoltura rappresenta un elemento indispensabile per vincere le sfide della competizione globale e per soddisfare non solo la domanda di cibo di una popolazione in crescita, ma anche per garantire modelli di sviluppo sostenibili. Gli agrofarmaci costituiscono, ormai da molti decenni, un ausilio importante per l’agricoltura e le nuove tecniche produttive, le innovazioni tecnologiche a livello industriale ed agricolo, la ricerca di nuovi principi attivi, il loro uso mirato, hanno prodotto rilevanti risultati anche in termini di quantitativi utilizzati e oggi sul piano dei residui l’Italia dimostra di essere sempre un paese all’avanguardia, anche in ambito europeo. Le innovazioni e la ricerca hanno infatti consentito di ottenere risultati concreti, con riduzione complessiva nell’utilizzo degli agrofarmaci pari circa il 15%. Le aziende agricole per continuare a competere nel contesto globale, devono dunque investire in innovazione e poter fare affidamento sulla certezza del quadro normativo per quanto riguarda le fasi di valutazione, autorizzazione e registrazione dei prodotti. Nel corso della giornata sono state infine evidenziati il processo di autorizzazione degli agrofarmaci ed il ruolo degli enti Europei ed italiani preposti; le procedure di autorizzazione delle molecole utilizzate in agricoltura prevedono che qualsiasi sostanza, per poter essere impiegata, debba essere sottoposta alla rigida valutazione da parte di istituzioni scientifiche deputate a questo specifico compito dalle autorità sia nazionali sia europee, a garanzia della salute dei cittadini e dell’ambiente, e secondo metodologie e criteri scientificamente validati e definiti per legge.
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