Roma – “Noi abbiamo deciso di dare seguito all’articolo 116 terzo comma della Costituzione attraverso un referendum consultivo, previsto dal nostro Statuto, per chiedere ai cittadini se erano d’accordo a procedere con la richiesta di maggiore autonomia. Lo abbiamo fatto, perche’ un tentativo simile, ma senza consultazione popolare, era gia’ stato portato avanti in anni passati dalla Lombardia senza che si arrivasse a un risultato concreto”. Cosi’ il presidente della Regione Lombardia – oggi in audizione alla Commissione parlamentare per le questioni regionali, presso l’Aula del III piano di Palazzo San Macuto, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, con particolare riferimento alle recenti iniziative delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna – e’ tornato a ricostruire il percorso avviato da Palazzo Lombardia. Il governatore, ha sottolineato i due punti qualificanti del quesito lombardo. Cioe’, il riferimento alla ‘specialita” della Lombardia, “che ci ha consentito di chiedere piu’ autonomia su tutte le 23 materie previste dalla Costituzione” e quello all’unita’ nazionale, che “ha distinto la nostra iniziativa, ad esempio, da quella catalana che si e’ svolta pochi giorni prima della nostra consultazione”.