Censis: la ripresa c’è ma cresce l’Italia del rancore (2)

Censis: la ripresa c’è ma cresce l’Italia del rancore (2)
Roma – Turismo da record, tra piattaforme digitali e poliedricità dell’offerta, spiega il Censis. L’Italia è sempre più attrattiva per il turismo domestico e internazionale. Nel 2016 gli arrivi complessivi hanno sfiorato i 117 milioni e le presenze i 403 milioni, con una componente dei visitatori stranieri attestata al 49% del totale. Rispetto al 2008 si registra un incremento degli arrivi del 22,4% e dei pernottamenti del 7,8%. Cresce di più la componente straniera dei flussi turistici: +35,8% gli arrivi e +23,3% le presenze nel periodo considerato. E cresce di più la componente extralberghiera della ricettività: +45,2% di arrivi dal 2008 (addirittura +64,3% di arrivi stranieri) e +10,9% di presenze, a fronte rispettivamente del +17% e +6,4% riferito alla componente alberghiera. Sono proprio gli esercizi extralberghieri ad avere incrementato maggiormente il numero delle strutture attive (+36,9% dal 2008) e dei posti letto disponibili (+10,1%). Nel primo semestre del 2017 gli arrivi crescono di un ulteriore 4,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e le presenze del 5,3%: in soli sei mesi abbiamo avuto 2,7 milioni di visitatori in più, con oltre 10 milioni di pernottamenti aggiuntivi. Negli ultimi anni la popolazione residente nei capoluoghi italiani è cresciuta di più rispetto alle cinture. Tra il 2012 e il 2017 nell’area romana gli abitanti del capoluogo sono aumentati del 9,9%, quelli dell’hinterland del 7,2%. A Milano l’incremento demografico è stato rispettivamente del 9% e del 4%, a Firenze del 7% e del 2,8%. L’andamento del valore aggiunto nelle città metropolitane nel periodo 2007-2014, anni in cui il Pil del Paese è calato di 7,8 punti percentuali, mostra che le grandi aree urbane del Sud (Napoli, Palermo e Catania) hanno subito un vero tracollo, perdendo circa il 14%. Le città metropolitane di Genova, Torino e Bari hanno registrato un calo superiore alla media nazionale (circa 10 punti percentuali). L’area romana (-8,6%) e quella veneziana (-7,2%) hanno avuto una dinamica negativa in linea con quella del Paese. Le città metropolitane di Firenze (-5,3%) e Bologna (-4,7%) hanno contenuto le perdite. L’area milanese ha registrato di gran lunga la performance migliore, con una contrazione del valore aggiunto di 2,8 punti. I divari del sistema urbano si ampliano.