Stati Generali lotta alle mafie: le parole di Orlando (1)

Milano – Oggi, all’incontro sugli Stati generali della lotta alle mafie, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, tra l’altro, ha detto: “Nel corso degli ultimi anni si sono susseguiti fatti allarmanti, che raccontano lo stato delle mafie vecchie e nuove nel nostro Paese”. Come “il muro di omertà e di paura che abbiamo visto alzarsi in questi anni in molte realtà del Nord, nei territori di nuova penetrazione mafiosa, anche in quei comuni che sono stati sciolti per mafia: il silenzio, spesso cresce mentre un’area grigia di complicità si afferma in una scarsa consapevolezza dell’opinione pubblica diffusa”. “Abbiamo cercato di dire quale è la strada per reagire, per non lasciarsi scivolare addosso queste notizie, e questi sono stati gli Stati generali della lotta alle mafie, sull’esempio di un altro percorso che abbiamo promosso, cioè degli Stati generali dell’esecuzione penale. Il modulo assomiglia a quello che è finalizzato a superare vecchi paradigmi di contrasto per misurarsi con fenomeni nuovi. L’esigenza è quella di fare un inventario del complesso degli strumenti normativi per provare a misurare l’efficacia nel tempo e trovarne dei nuovi: il nostro è un Paese che molto spesso produce innovazione di carattere normativo senza riflettere poi su quali effetti ha prodotto la nuova normativa e, invece, credo sia utile tanto quanto pensare a quali norme nuove, fare un check del funzionamento delle norme di cui disponiamo. E’ un lavoro che ha orientato e anche contribuito a creare l’approvazione del nuovo Codice antimafia ma, soprattutto, vi è il bisogno di una nuova e diffusa iniziativa di carattere culturale e sociale che pure sappia valorizzare il molto di buono che c’è stato negli anni in questo campo, ma che dia nuove coordinate su cosa è la mafia nel XXI secolo e su come si può contrastare e sconfiggere”. “A ottobre dello scorso anno abbiamo insediato un Comitato scientifico di oltre 30 membri. Un coordinamento di prim’ordine che seguisse questi i lavori. E poi 16 tavoli tematici, trovate tutto in cartella: complessivamente abbiamo coinvolto 220 esperti e studiosi di varie discipline, esponenti del mondo dell’associazionismo, dell’avvocatura, della magistratura, del giornalismo e alcune importanti figure istituzionali. Hanno ascoltato altre persone, raccolto contributi, documenti, che abbiamo depositato prima dell’estate in una piattaforma informatica”.