Ambiente, Maroni: per abbattere smog potremmo pensare a fare un ‘Lombardy by car’

New York – “La Lombardia investe nelle auto elettriche anche e soprattutto per risolvere il problema dello smog per questo sono interessato al Sicily by car potremo fare un Lombardy by car. Penso che le best practices sono da esportare ovunque. Le opportunita’ per investire, per creare ricchezza, sono ovunque. Serve la cooperazione tra le regioni e tra pubblico e privato, perche’ la cooperazione funziona. Questo e’ quello che faccio io in Lombardia, e da noi funziona”. Lo ha detto Roberto Maroni , presidente di Regione Lombardia, partecipando a New York al workshop dal titolo “Sustainability e good institutions’, organizzato nell’ambito della tappa speciale di Panorama d’Italia nella Metropoli statunitense a cui hanno partecipato i presidenti delle regioni Umbria e Emilia Romagna: Catiuscia Marini e Stefano Bonaccini. “Il problema – ha detto ancora Maroni – e’ che non tutti sono pronti a innovare e a pensare a nuove soluzioni. In Lombardia noi lo facciamo, abbiamo raddoppiato la cifra che investiamo nella ricerca in 5 anni. Nel 2018 sara’ il 3% del pil”. Alla domanda su come si istituzionalizzano il cambiamento e le buone abitudini dei cittadini il presidente ha spiegato che “chi governa deve prendere decisioni, anche impopolari e guardare al futuro. Ci vuole coraggio – ha detto – tutti i giorni. Noi non siamo uomini di marketing, siamo governatori. Dobbiamo investire nell’istruzione. Valentina Aprea in Lombardia ha responsabilita’ per istruzione e formazione. In Lombardia abbiamo 31 universita’, alcune, come Politecnico e Bocconi: come Regione siamo al vertice internazionale. Investire nell’istruzione e’ la cosa piu’ giusta, perche’ cambia il modo di pensare delle persone, soprattutto i giovani”. Ricordando poi il tema dell’abolizione del fumo nei locali pubblici per preservare la salute maroni ha ricordato che “l’Italia 15 anni fa e’ stato il primo paese a bandire il fumo nei locali pubblici, io ero parte del governo che l’ha fatto perche’ lo credevamo giusto”.