Monitor acque: a cura di MM, Istituto Gaetano Negri, Fondazione Cariplo (1)

Milano –  Recenti notizie di cronaca hanno portato alla ribalta dell’opinione pubblica il dibattito sulla presenza di Pfoa e Pfos nelle acque di alcune province italiane. Questi composti rappresentano una categoria di inquinanti ubiquitari, i cui effetti sulla salute umana ancora non sono completamente chiariti. Nel primo decennio del 2000, quando negli Stati Uniti, venivano messi al bando tutti i prodotti la cui composizione portava alla formazione ed alla contaminazione dell’acqua di composti perfluorurati,  MM Spa è stata tra i primi Enti Gestori di acquedotti pubblici in Italia ad approfondire questi argomenti, tant’è che già nel 2009 il Servizio Idrico ha iniziato il suo percorso di ricerca dei composti perfluoroalchilici con i ricercatori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano e con il sostegno della Fondazione Cariplo. “MM nel corso di questi anni ha investito nella ricerca di sistemi di monitoraggio in grado di verificare in modo tempestivo possibili variazioni impreviste del chimismo dell’acqua” ha dichiarato Davide Corritore Presidente di MM SpA”. La sicurezza dei cittadini è prioritaria nella gestione di un servizio pubblico. Con questa indagine guardiamo al futuro, anticipando anche quelle che potranno essere prossime linee guida”. “Grazie al supporto della Fondazione Cariplo – ha spiegato Silvio Garattini, Direttore dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri -, il nostro Istituto, in collaborazione con MM,  ha effettuato diverse campagne di misura sulle acque potabilizzate raccolte da 21 pozzi milanesi. Le misurazioni hanno riguardato tutti i nuovi contaminanti come i farmaci, sostanze ormonali naturali e sintetiche, sostanze stupefacenti, disinfettanti, sostanze utilizzate per la cura del corpo (che  includono deodoranti, detergenti, filtri solari), alchilfenoli, le sostanze di largo uso come caffeina e nicotina ed i loro metaboliti oltre ai composti perfluorurati (PFOS e PFOA). Dai risultati della ricerca iniziale e dal successivo monitoraggio è stata confermata la sicurezza della rete idrica cittadina sia considerando le singole sostanze che l’intera miscela. Le sostanze perfluorurate, nello specifico, quando rilevabili, sono presenti con concentrazioni inferiori di circa mille volte ai limiti imposti dal Ministero della Salute alla Regione Veneto”.